Roma, 17 mar. (LaPresse/AFP) – Cresce la tensione per l’avvelenamento a Salisbury dell’ex spia russa Sergei Skripal e la figlia Yulia, compiuto con un agente nervino. Il ministero degli esteri russo ha annunciato l’espulsione di 23 diplomatici britannici in risposta all’espulsione di altrettanti diplomatici russi da Londra.
“Ventitre membri dello staff diplomatico dell’ambasciata britannica a Mosca sono stati dichiarati non graditi e saranno espulsi durante la settimana”, ha detto il ministro che ha convocato l’ambasciatore britannico Laurie Bristow.
Questa misura è una risposta alle “azioni di provocazione” e alle “accuse senza fondamento che riguardano i fatti del 4 marzo a Salisbury, ha precisato il ministero. Skripal e la figlia sono tuttora in ospedale in condizioni critiche, mentre il poliziotto avvelenato nel portare loro i soccorsi è, secondo Londra, fuori pericolo. Mosca ha anche annunciato il ritiro “dell’accordo sull’apertura e sul funzionamento” del consolato britannico di San Pietroburgo e di mettere fine alle attività in Russia del British Council, organismo internazionale britannico per le relazioni culturali e l’educazione, formalmente a causa del suo “statuto non definito”.
Nel 2007, quando Russia e Regno Unito erano coinvolti in un braccio di ferro diplomatico legato alla morte per avvelenamento dell’ex agente segreto russo Alexandre Litvinenko, Mosca aveva ordinato la chiusura di tutti gli uffici regionali del British Council nel Paese, autorizzando il funzionamento soltanto di quello della capitale. Il ministero ha anche avvertito il Regno Unito che, “se da Londra saranno prese nuove misure ostili, la Russia si riserva il diritto di rispondere a sua volta con altre misure”. Il vice presidente del comitato Affari esteri del Consiglio della federazione, Vladimir Djabarov, ha detto a Interfax: “Le misure sono più severe” di quelle di Londra, “ma i britannici le meritano e non escludo che arrivi altro”.