MILANO – In attesa di conoscere se e quanti rinforzi arriveranno a gennaio, Antonio Conte riceve le risposte che sperava da chi ha giocato meno. A dimostrazione che, forse, la rosa dell’Inter alla fin fine non è così corta. Il mix tra i pochi titolari e i molti volti nuovi in campo a San Siro negli ottavi di Coppa Italia risulta fatale per il Cagliari, frastornato dal gol subito da Lukaku dopo neanche un giro di lancette e incapace di reagire negli ottantanove minuti successivi, se non con la rete a gara ormai chiusa di Oliva, per un 4-1 senza appello che non ammette repliche.
Di certo la striscia di quattro sconfitte consecutive in campionato che i sardi si portano sul groppone non ha aiutato a uscire dalle sabbie mobili in cui i ragazzi di Maran sono sprofondati dopo l’uno-due firmato dal centravanti belga, uno dei pochi a cui Conte non rinuncia davvero mai, e da Borja Valero in poco più di venti minuti.
Nella ripresa i colpi di testa di Lukaku e Ranocchia non hanno fatto altro che aumentare il divario tra due squadre in un momento di forma diametralmente opposto. A questo punto però per i sardi urge una scossa per non compromettere del tutto l’ottima prima parte di stagione. La trasferta del ‘Rigamonti’ contro il Brescia domenica in campionato può essere quindi l’occasione giusta per tornare a muovere la classifica e, soprattutto, ritrovare quella fiducia ed entusiasmo che hanno fatto volare la squadra in autunno.
L’Inter approda ai quarti in carrozza e ora attende una tra Fiorentina e Atalanta. Ma soprattutto può guardare con più ottimismo ai numerosi impegni che la attendono in questa seconda parte di stagione. Perché se Lukaku è indispensabile per questa squadra per i suoi gol, la sua fisicità e il suo carisma, è altrettanto vero che attorno a lui c’è tutto un collettivo pronto a esaltarlo. Ranocchia, impiegato al centro della difesa, non ha fatto rimpiangere De Vrij e si è anche tolto lo sfizio di segnare la rete che ha chiuso la partita, il giovane Dimarco da un lato e l’esuberante Lazaro dall’altro hanno annullato gli esterni dei sardi rivelandosi ricambi all’altezza.
Sanchez, che non giocava dal match di inizio ottobre contro il Barcellona, ha mostrato sprazzi della sua classe e si candida all’occorrenza far rifiatare Lautaro. Infine Barella, la nota più positiva della serata nerazzurra oltre alla certezza Lukaku, ha fatto nuovamente la differenza, contro la sua ex squadra, mettendo lo zampino in due delle quattro reti segnate dai padroni di casa. Certo, l’errore in disimpegno di Oliva dopo venti secondi dal fischio d’inizio ha condizionato pesantemente il match. Perché ha spianato la strada a Lukaku, che ha pescato l’angolo giusto, e all’Inter, che da lì in avanti non si più voltata indietro ed è andata dritta per la propria strada.
Verso i quarti
Il 4-4-1-1 guardingo scelto da Maran con Nainggolan dietro l’unica punta Cerri non ha fatto altro che consegnare il pallino del gioco in mano ai nerazzurri, che con il doppio playmaker Brozovic-Borja Valero hanno fanno il bello e il cattivo tempo nella linea mediana. Proprio lo spagnolo, dopo un gol annullato per fuorigioco a Lukaku, ha raddoppiato in maniera fortuita, dopo un colpo di testa finito sulla traversa. I sardi, piegati dalle due reti incassate in venti minuti, hanno trovato le forze per reagire solo nella ripresa, a un’ora abbondante di gioco, con la sassata di Nainggolan finita sul palo.
Nel frattempo però Lukaku aveva già chiuso il match con una spizzata di testa sul cross del pimpante Barella. Nell’unica giocata di rilievo della sua partita Cerri, inghiottito nella morsa della difesa nerazzurra, di tacco ha spalancato un’autostrada a Oliva, che ha reso meno amara la trasferta dei rossoblù. Che – con Maran che si è giocato il tutto per tutto nel finale con gli inserimenti di Birsa e Joao Pedro – poco dopo hanno incassato il poker definitivo di Ranocchia. L’inter approda ai quarti di coppa con il petto in fuori. E adesso attende al varco una tra Atalanta e Fiorentina. (LaPresse)