ROMA – A meno di 24 ore dal voto in Giunta per le Immunità sul caso Gregoretti, Matteo Salvini invia un nuovo ordine di scuderia ai senatori leghisti: “Mandatemi a processo”. Un cambio di strategia nella vicenda della nave della guardia costiera – fermata per 5 giorni a pochi metri dalle coste italiane con 131 migranti a bordo -. E che negli ultimi giorni si è trasformata in una battaglia con la maggioranza giallorossa, tutta giocata sul regolamento di palazzo Madama.
Salvini dice sì al processo
Con l’ipotesi, ormai concreta, che le forze governative (Partito democratico, Italia Viva, M5S e LeU) non parteciperanno al voto a Sant’Ivo alla Sapienza. Facendo così approvare dal solo centrodestra il ‘no’ al processo, Salvini spiazza tutti. “Ci ho ragionato ieri e stanotte e sono arrivato a una decisione, che ormai è diventata una barzelletta che va avanti da anni, domani chiederò ai senatori della Lega di votare sì per farmi processare. Portatemi in tribunale e la chiariamo e sarà un processo contro l’intero popolo italiano”.
Giorgetti: “Un atto di coraggio”
Un “atto di coraggio – commenta il pluripotenziato leghista, Giancarlo Giorgetti – mettiamo fine a questo tormentone, si faccia processo”. L’ex sottosegretario del governo gialloverde non ha dubbi. “Vediamo se il tribunale avrà ragioni per condannare Salvini che ha difeso i confini, come si fa negli Stati Uniti, in Svizzera”. E poi attacca il premier Giuseppe Conte: “Quando verrà chiamato a testimoniare al processo dirà che non vedeva i tg, che non leggeva i giornali, e non sapeva che faceva il suo ministro dell’Interno. Ma da lui ci aspettiamo di tutto”.
L’accusa al premier Conte
Appare ormai chiaro che da questo voto, non vincolante visto che l’ultima parola spetta all’aula del Senato, sia il Carroccio sia le forze di maggioranza vogliono ricavarne il maggior beneficio in vista delle Regionali. Soprattutto in Emilia Romagna. E se l’assenza concordata domani, come del resto l’ostinazione del rinvio della riunione della Giunta per le Immunità, ha come obiettivo quello di non fornire a Salvini materiale da propaganda elettorale, il segretario federale intende non rinunciarvi. E rilancia: “La chiariamo una volta per tutte. Dovranno trovare un tribunale molto grande, sarà un processo contro il Popolo italiano. Perché Conte e Di Maio sapevano tutto, a processo anche loro”.
Una mossa che spiazza gli alleati
Tuttavia la mossa a sorpresa spiazza, e non poco, gli alleati di coalizione. Giorgia Meloni, interpellata da LaPresse, comprende la scelta di Salvini “ma rimane surreale che un ministro che ha fatto il suo lavoro sia processato per questo”. Ecco allora che Fratelli d’Italia resterà coerente con le sue posizioni, spiega la leader, confermando “il suo voto contrario all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini”. Anche Forza Italia non si adegua e “voterà ugualmente contro l’autorizzazione a procedere – dice Anna Maria Bernini – perché va difeso il principio della separazione dei poteri. La politica migratoria spetta ai governi, non alla magistratura che fa politica”. La posizione del partito di Silvio Berlusconi è infatti quella più delicata. La relazione è a firma del loro senatore e, inoltre, anche la presidente del Senato Casellati si è esposta in questa vicenda, raccogliendo non poche critiche.
Il centrodestra si spacca
Insomma il quadro che si potrebbe immaginare per domani è un centrodestra solo nella sala riunioni della Giunta in ordine sparso. Con una possibile situazione di parità al momento dell’alzata di mano, che boccerebbe la proposta di Gasparri. Andando in aula senza indicazione della Giunta. Sul fronte della maggioranza si sottolinea che “ancora nulla è stato deciso”, domani ci saranno contatti e riunioni per confermare o meno l’ipotesi dell’assenza alla riunione. Anche il colpo di scena, però, non è escluso. Presentarsi a Sant’Ivo alla Sapienza per mettere alla prova della verità le parole dell’ex capo del Viminale e smascherarne il bluff.
(LaPresse/di Donatella Di Nitto)