ROMA – “Ho paura per mia figlia che ha appena 3 anni”: così è iniziata la testimonianza di Giorgia Meloni nel processo per stalking contro Raffaele Nugnes. L’uomo, originario di Trentola Ducenta, era stato arrestato dagli agenti della Digos lo scorso luglio. La leader di Fratelli di Italia ha parlato oggi di fronte ai giudici della prima sezione penale di Roma.
Le parole della leader di Fratelli Di Italia: “La notte non dormo, sosteneva che gli ho strappato la figlia”
“La notte non dormo per questa vicenda, per le minacce che quest’uomo mi ha rivolto via Facebook – ha dichiarato la Meloni -. Ho paura per mia figlia che ha appena 3 anni. Lui sosteneva che gliel’ho strappata, che la bambina era sua. E che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela a Roma”. L’esponente di Fdi si è costituita parte civile nel processo contro l’accusato Nugnes: “Ho appreso dei messaggi minatori solo quando, più o meno in contemporanea, è stata allertata dalla Digos mia sorella. Le era arrivato un video intimidatorio riconducibile all’imputato”.
La Meloni nega di aver mai conosciuto l’imputato. L’arresto di Nugnes lo scorso luglio
Raffaele Nugnes è stato arrestato il 31 luglio dello scorso anno. Non l’unica misura cautelare nei suoi confronti. L’uomo era stato raggiunto anche da un foglio di via obbligatorio, su provvedimento del questore, con divieto di ritorno nella provincia di Roma. L’uomo aveva infatti, in diverse occasioni, cercato di rintracciare l’abitazione della Meloni. In seguito è stato arrestato in provincia di Caserta. Si tratta di un mitomane, a quanto dichiara l’esponente di Fdi. Al tribunale la parlamentare ha spiegato, inoltre, di non averlo mai visto, né tantomeno conosciuto.
L’ossessione per l’esponente di Fdi: l’arresto del 31 dopo il ‘viaggio nella Capitale’.
Un incubo durato mesi, vissuto tra l’angoscia e il timore per la figlia: è questa la storia della Meloni. L’uomo, ossessionato dalla leader di Fdi, voleva “decidere del futuro della figlia Ginevra”. Aveva deciso, il 31 luglio, di andare a trovarla nella Capitale. Ma non appena arrivato in stazione sono scattate le misure di sicurezza. Gli agenti della Digos, fin dal giorno prima, lo avevano iniziato a pedinare a Trentola-Ducenta. Arrivato in stazione venne fermato dalla polizia ferroviaria a cui confessò di essere venuto a Roma per incontrare la Meloni. L’uomo è poi stato arrestato ed è finito ai domiciliari.