ROMA – Il Movimento non si riprende. Ormai lo scollamento non risparmia niente e nessuno, nemmeno volti storici come Nicola Morra o Alessandro Di Battista. Il clima di confusione totale alimenta il vortice che sta risucchiando ogni protagonista della vita Cinquestelle, così capita che il ‘pasionario’ ex deputato posti sul suo profilo Instagram una foto della Moschea Jamkaran, nella contea di Qom, in Iran, dove si trova per il suo documentario, che la base lo prenda di mira. “Mentre tu sei in ferie, c’è un movimento alla deriva. O stai dentro, o stai fuori…”, gli scrive infatti l’utente demon201181.
La reazione di Di Battista
Un commento che Dibba non gradisce e, come da suo carattere, reagisce: “In vacanza a khorramshar a studiare il conflitto con l’Iraq per poter scrivere in futuro robe che non leggi altrove. Ma tu sei qui a giudicare in modo così superficiale”. Ma non basta ai suoi supporters, tanto che diegomuna71 lo rintuzza: “Cosa aspetti a tornare?”. Niente da fare: “Quando inizio una cosa la finisco. Poi torno”, gli risponde Di Battista. Che a un altro utente specifica: “Appena finito di fare le mie ricerche (lo ripeto non sono pagato con denaro pubblico e devo come tutti portare avanti le mie attività) tornerò”.
Il M5S è diviso
Chissà cosa troverà, però. Perché nel frattempo l’incertezza sul futuro sta lacerando la compattezza interna. Già nei giorni scorsi Max Bugani aveva pubblicamente ammesso della spaccatura in tre della truppa: tra chi rimpiange la Lega, chi vuole il campo progressista col Pd e chi, invece, resiste sulla ‘terza via’. Come Vito Crimi, che ribadisce: “In caso di alleanze, il nostro Statuto prevede che sono possibili soltanto con liste civiche”.
Chiesta l’espulsione di Morra
Ora, a ulteriore dimostrazione che la storia è addirittura più complicata di come viene raccontata, ci si mette pure il pasticcio calabrese che coinvolge l’attuale presidente della commissione Antimafia. Morra, uno dei volti più conosciuti del grillismo, da sempre in prima linea sulle battaglie pentastellate, è finito sotto la lente degli attivisti locali – e di qualche collega parlamentare – per aver ammesso urbi et orbi di non aver votato per il candidato M5S alla Presidenza della Regione Calabria. Al punto da chiedere, con un documento scritto, la sua espulsione al collegio dei probiviri.
Gli stati generali
Nel mezzo c’è da capire quando si faranno gli stati generali. In teoria sarà l’appuntamento decisivo per capire quali sono i temi per rilanciare l’azione del Movimento. In pratica, rischia di diventare il ‘ring’ in cui le tre anime potrebbero scontrarsi sulle alleanze. Il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari ha già fatto slittare l’assise. Chissà se in modo provvidenziale.
(LaPresse/di Dario Borriello)