WASHINGTON – A due giorni dal voto finale che deciderà se assolvere o condannarlo per impeachment, Donald Trump può dirsi quasi salvo. Il presidente degli Stati Uniti va infatti verso la piena assoluzione nel processo che lo ha visto imputato per abuso d’ufficio e intralcio delle indagini del Congresso sull’Ucrainagate.
Impeachment, Trump verso la piena assoluzione da tutte le accuse
La maggioranza blindata da un lato e, dall’altra, la rinuncia a nuovi testimoni e documenti da parte del Senato. Grazie a queste due condizioni Trump può dormire sereno fino a mercoledì, giorno della decisione definitiva in cui non ci si aspetta particolari colpi di scena. La partita si giocava infatti proprio sull’ascolto di alcune inedite testimonianze che avrebbero potuto ribaltare la già favorevole situazione nei confronti del tycoon americano. Il no del Senato ha respinto questa possibilità, spianando di fatto la strada alla piena assoluzione dalle accuse di impeachment che avevano fatto traballare la poltrona del leader Usa.
Il processo finale mercoledì, ma è polemica: “Una vergogna, l’America ricorderà questo giorno sciagurato”
Mercoledì potrebbe mettersi dunque la parola fine alla questione impeachment che da 5 mesi tiene Washington col fiato sospeso. Lo scorso settembre una fonte rivelò che Trump aveva chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensly di indagare sull’ex vice presidente Joe Biden, in corsa per la Casa Bianca, e sul figlio Hunter. Da qui le accuse verso il presidente, che si è sempre difeso a spada tratta negando qualsiasi coinvolgimento nella questione. La chiusura a nuove indagini del Senato, decisa si fatto da pochi voti, ha però generato non poche polemiche. Su tutti, si è schierato contro la decisione il leader della minoranza democratica in Senato Chuck Schumer: “Una vergogna. Nessun testimone, nessun documento, il Senato si è sottratto alle sue responsabilità. L’assoluzione di Donald Trump così non avrà alcun valore. L’America ricorderà questo sciagurato giorno“.