Calcio, Haaland ha già stregato l’Europa: potenza e velocità alla Bolt

Già lo chiamano l'Haalieno. Perché "è forte come un orso ed è veloce come un cavallo". Così lo descriveva, con quell'enfasi dettata da profonda ammirazione, il giornalista norvegese Oyvind Godo due anni fa vedendo quel ragazzo correre alla Usain Bolt (per velocità ma anche stile di corsa), saltare gli avversari come un ostacolista navigato e sfondare le difese come un carrarmato.

MILANO – Già lo chiamano l’Haalieno. Perché “è forte come un orso ed è veloce come un cavallo”. Così lo descriveva, con quell’enfasi dettata da profonda ammirazione, il giornalista norvegese Oyvind Godo due anni fa vedendo quel ragazzo correre alla Usain Bolt (per velocità ma anche stile di corsa), saltare gli avversari come un ostacolista navigato e sfondare le difese come un carrarmato. Il ciclone Erling Haaland, diciannovenne attaccante norvegese del Borussia Dortmund, nato a Leeds, stordisce per la potenza e soprattutto scatena ora che si è abbattuto sulla Champions League (doppietta ieri al Psg) con la stessa forza d’urto dei suoi antenati vichinghi, una serie di rimpianti in serie: diversi club nel mercato di gennaio (tra cui il Liverpool, il City, il Lipsia e il Napoli) avevano fatto la corte a quel ragazzo esploso nel Salisburgo, che aveva impressionato contro il Napoli in Europa League e la Juve era tra quelli che più di altri si era fatta sotto per poi mollare la presa. Con 11 gol in 7 partite da quando si è trasferito al Dortmund, il club tedesco si è ripagato in meno di due mesi dell’investimento fatto: 20 milioni per la clausola rescissoria che rientra nel contratto con il Salisburgo, cui va aggiunto lo stipendio del giocatore. Sarebbe stato stato proprio l’ingaggio (8 milioni di euro a stagione) a spingere molti club, tra cui proprio quello bianconero ad abbandonare l’affare.

L’errore

E adesso c’è chi si mangia le mani. Anche per chi non è addetto i lavori è facile intuire come Haaland abbia tutte le caratteristiche fisiche e tecniche per essere il nuovo fenomeno del calcio mondiale. Stravede per Ibrahimovic (per sua stessa ammissione) ma rispetto all’asso svedese oltre alla potenza fisica e alla scaltrezza sembra avere qualità superiori, a partire dalla sua velocità di base impressionante: nella sfida contro il Psg lo si è visto correre i 60 metri in 6.64. Il record mondiale è di 6.34 e quello europeo di 6.42: sono termini di paragone che rendono l’idea della sua esplosività. Il problema è che Erling riesce a percorrere questa distanza palla al piede e magari anche con un avversario alle calcagna. Haaland con la doppietta di ieri è a 39 reti in 29 partite in tutte le competizioni nel 2019-20 con una media di 1,3 gol a partita.

Un figlio d’arte

Figlio di Alf-Inge Haaland, conosciuto in Inghilterra soprattutto per i suoi scontri con Roy Keane e in Italia per la sfida contro la nazionale norvegese ai Mondiali del 1994 (fu lui a provocare il fallo su Signori da cui scaturì la rete di Dino Baggio) ha iniziato a giocare in Norvegia con il Bryne per poi passare al Molde e dal primo gennaio 2019 al Salisburgo. A differenza di quanto si potrebbe pensare l”Haalieno’, che dicono (stando alle leggende metropolitane che iniziano ad affiorare ogni volta che si parla di un fenomeno) sia stato concepito negli spogliatoi di Leeds, non è stato un predestinato fin dall’adolescenza. Ed è stata forse questa la sua vera forza. Il ragazzo si è costruito il suo talento non solo giocando a calcio: a cinque anni era bravissimo nel salto in lungo e fino ai 14 anni in atletica primeggiava sui suoi coetanei in maniera quasi imbarazzante. Ma si disse che oltre al fisico non avesse altro.

Gli esordi

La sua prima esperienza da professionista nella seconda divisione norvegese fu infatti un mezzo disastro: con il Byrne giocò 16 partite senza riuscire a segnare nemmeno un gol. Fece anche un provino all’Hoffenheim ma venne scartato. Un bluff? Passò al Molde all’epoca allenato da Ole Gunnar Solskjaer, è lì la sua carriera iniziò a decollare. Il giorno della svolta avvenne il primo luglio del 2018: segnò 4 reti in poco più di 20 minuti contro il Brann. Solskjaer da allora non lo mollò iniziando a parlare del suo gioiellino sottolineandone la fisicità, lo stile di gioco e il piede. Partirono i primi paragoni con Lukaku e l’asso norvegese John Carew che all’eta di Haaland era un talento assai promettente. Ma Haaland è davvero unico. E la continuità delle sue prestazioni sembra annunciare che ci si dovrà abituare a quel vichingo che con 1.84 di altezza e oltre 87 chili di peso, corre, salta e dribbla con una facilità disarmante.


di Luca Masotto

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