NAPOLI – Quella contro la diffusione del coronavirus non è più una battaglia. E’ una guerra. I numeri parlano chiaro. Quelli resi noti stasera dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli sono avvilenti. Le vittime nelle ultime 24 ore sono state 133, un terzo delle 366 totali. I casi totali in Italia sono 7375, dei quali 622 si sono esauriti con la guarigione. Oltre mille i contagiati in più nel giro di un giorno. Una situazione pesantissima e non si hanno certezze sul picco. L’Italia è il secondo paese al mondo più colpito dal virus.
Il decreto e i viaggi verso Sud
Il governo è intervenuto in maniera durissima col decreto di questa mattina che ha ‘chiuso’ la Lombardia e diverse province in giro per l’Italia, ma i viaggi last minute verso il Sud via treno o auto hanno provocato il caos anche nelle regioni centromeridionali. La Campania ha cercato di individuare e mettere in quarantena chiunque sia arrivato dal Nord nelle ultime ore. La preoccupazione resta altissima. La raccomandazione comune è sempre la stessa: restate a casa.
La rivolta in carcere. Chiuso il pronto soccorso al Cardarelli di Napoli
Anche in Campania è stata una giornata drammatica. Il numero dei contagi in aumento, anche se fortunatamente lieve, la rivolta nel carcere di Poggioreale con i detenuti sui tetti e la decisione finale di consentire via Skype i colloqui con i familiari, poi la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli. Il primario è risultato positivo al coronavirus. La situazione dovrebbe tornare alla normalità nelle prossime ore. Sempre che di normalità si possa parlare.
Chi lascia le zone rosse rischia il carcere
Il Nord del Paese è fermo e per evitare nuove fughe il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese stasera ha chiarito con una direttiva che chi lascia la zona rossa senza motivo rischia il carcere. Misure stringenti sono state adottate per i viaggi su tutto il territorio nazionale e verso l’estero, compresi quelli in aereo. Dovranno essere motivati e tutti saranno sottoposti alla misurazione della temperatura. Tra le preoccupazioni, che proprio in queste ore non mancano, anche quelle di carattere finanziario. Domani riapre la Borsa e con la Lombardia in quarantena si teme un lunedì nero.
Il calcio verso lo stop nel caos più totale
Non sono le mancate le polemiche nel mondo dello sport. Oggi sono state disputate (a porte chiuse) le partite di serie A e serie B nonostante il ministro Vincenzo Spadafora in mattinata avesse chiesto uno stop immediato. Governo e Figc vogliono lo stop, così come l’associazione calciatori, mentre la Lega è di diverso avviso. Martedì sarà presa una decisione. Si va verso lo stop dei campionati. Il paradosso è che manca una scelta a livello continentale e le squadre italiane dovrebbero giocare le coppe europee nei prossimi giorni nonostante lo stop dei campionati imporrebbe anche l’annullamento degli allenamenti. Il caos.
Una guerra da vincere
In questo momento ciò che conta è la massima attenzione alla salute pubblica, sperando che le misure adottate possano frenare il diffondersi del contagio. In tanti hanno criticato chi ha viaggiato verso Sud dalla notte scorsa. Tanti altri cittadini meridionali, invece, hanno testimoniato la loro permanenza nelle regioni ‘chiuse’, facendo la loro parte per tutelare i cittadini del resto d’Italia. E’ l’ora della collaborazione di tutti e della massima attenzione. C’è una guerra da vincere.