MILANO – Caos e follia tra accuse di strenua resistenza davanti alla realtà e richieste e appelli lanciati nel vuoto e non raccolti. Il calcio prova a non fermarsi, alza all’estremo il livello dello scontro con il governo e finisce per scendere in campo. Ma l’idea di poter proseguire a ‘porte chiuse’, mentre mezza Italia è blindata, sembra avere i giorni contati con la serie A sempre più a rischio sospensione. “Un gesto irresponsabile quello della Lega di A e del suo presidente Dal Pino. Il calcio si sente immune dal contagio e si parla solo di soldi” è stato lo sfogo durissimo del ministro dello sport Vincenzo Spadafora che, intervenuto a ’90 minuto’, è andato all’attacco del mondo del pallone che ha deciso di restare aggrappato al Dpcm di ieri e non seguire le ultime richieste del governo e dell’Associazione italiana calciatori guidata da Damiano Tommasi tornato anche lui a chiedere di fermarsi.
In tarda mattinata Spadafora aveva infatti invitato la Figc ad uno “stop immediato” del campionato di serie A per l’evolversi della situazione sempre più critica e questa nuovo invito ha in qualche modo spiazzato i dirigenti del calcio. La scena dei giocatori di Parma e Spal che scendono le scale del Tardini per la sfida delle 12.30 per poi tornare negli spogliatoi, in attesa delle decisioni della Lega e delle tv, è la fotografia di una domenica dove l’esecutivo e la Lega hanno fatto a braccio di ferro.
Alla fine dopo 75 minuti di rinvio il via libera a giocare ha scatenato di fatto la reazione del ministro. “So benissimo che la partita è una grande occasione per i tifosi, però la situazione qui evolve ora dopo ora. Sono stato oggetto di messaggi violenti e di insulti, ma a me quello che interessa è la salute pubblica. La Lega non si assume le proprie responsabilità, Dal Pino rimanda sempre le decisioni ad altri. Questa gestione, da molti considerata insoddisfacente e anche da me, mi sembra che non sia consapevole della gravità della situazione. Aspetta che anche in A ci siano i primi casi di contagio? Cosa deve succedere ancora nel Paese?”, ha dichiarato Spadafora deciso a fare in modo che sia il governo a prendersi le responsabilità se non lo fanno la Lega e la Federcalcio.
Il tempo limite è quello di martedì prossimo, giorno in cui la Figc ha convocato un Consiglio Federale straordinario durante il quale è probabile che si arrivi ad una sospensione del torneo. Ma a tremare è anche l’Europeo di giugno. Intanto, anche alla luce di come è stata gestita la questione delle partite in chiaro, Spadafora ha annunciato che metterà mano alla Legge Melandri e presenterà un disegno di legge che la modifichi. “Il tema dei diritti tv va aggiornato, quello che ho visto in questi giorni è un mondo del calcio che si è chiuso a riccio e non pensa al paese Il calcio sta continuando a dare un pessimo esempio”. E si è riferito all’abbraccio dell’attaccante del Genoa, Goran Pandev, con i compagni dopo il gol contro il Milan. “Mi auguro che martedì venga decretato lo stop. L’autonomia dello sport io la rispetto, ma ora siamo a un livello superiore dove gioia e interessi economici devono misurarsi con l’emergenza. E’ giusto che il calcio dia il suo segnale per un tempo limitato”, ha aggiunto Spadafora.
La Lega ha replicato sottolineando la valenza delle norme norme attenendosi al Dpcm di iri sera che ha stabilita che tutte le gare di A debbano svolgersi a porte chiuse. Un braccio di ferro continuo con l’Assocalciatori di Tommasi che continua a premere: “Si è giocato per responsabilità ma la serie A va fermata. Non si può e non si deve continuare a giocare. Non perché questa è la volontà dei calciatori. Non è questo il messaggio che deve passare con la richiesta di sciopero ma perché è la stessa situazione che lo richiede”. Martedì la scelta definitiva. (LaPresse)