Roma, 20 mar. (LaPresse) – “Se non vuole lasciare la poltrona di senatore, come avevano promesso sia lui che Di Maio rimangiandosi ora la parola data, Dessì deve lasciare la casa che paga a 7 euro, non ci sono ritocchi di canone che tengano. E’ una casa popolare che spetta a chi ha veramente diritto e bisogno. Un senatore in una casa popolare non è solo una vergogna, ma un abuso”. Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
“In un Comune come quello di Frascati – prosegue Anzaldi – ci sono circa 200 famiglie in attesa di una casa popolare, quella messa in atto da Toninelli e Dessì è una vera e propria forzatura portata avanti calpestando il disagio delle persone. Con lo stipendio da senatore, Dessì non ha più alcun bisogno, né alcun diritto, di risiedere in una casa popolare, peraltro non assegnata a lui ma a sua nonna. In base alla legge, dovrà comunque lasciarla entro tre anni, visto che il suo reddito familiare a questo punto supererà (e di molto) i 40mila euro annui. Perché aspettare e far soffrire i bisognosi? Se ha problemi economici per il trasloco, se lo faccia pagare dalla Fondazione Rousseau o dal Movimento 5 stelle. Il capogruppo M5s al Senato Toninelli, nuovo portavoce di Dessì, ha detto che ora il senatore ha chiesto di pagare un canone commerciale: davvero pensano di cavarsela così? Le case popolari vanno assegnate, per legge, a chi ne ha bisogno, non c’entra nulla se l’affittuario paga 7 euro o 700”.