Mascherine, guanti e distanza di sicurezza. Il premier Giuseppe Conte riceve a Palazzo Chigi i rappresentanti delle opposizioni, per ascoltare le proposte sull’emergenza coronavirus, anche se, a conti fatti, le parti sono ben più lontane del metro prescritto dalla comunità scientifica. Almeno a livello politico. Il capo del governo ascolta, prende appunti, chiede spiegazioni su alcune idee, ma la sensazione è che poi, in Parlamento, sarà difficile trovare la mediazione sui dieci punti proposti dal centrodestra. Che si presenta “compatto”, come sostiene Matteo Salvini, col tridente assieme alla leader di FdI, Giorgia Meloni, e al vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che fa le veci di Silvio Berlusconi, che intanto torna a far sentire la propria voce chiedendo una flat tax per tutti al 15% e che l’esecutivo ascolti le proposte della sua area politica, visto che “quanto fatto finora è del tutto insufficiente”.
Bisogna, però, separare il piano sanitario da quello economico. Perché tra le proposte avanzate dal centrodestra c’è quella di fornire respiratori e ossigeno “subito” a tutti gli ospedali che ne hanno fatto richiesta da tempo, così come la sperimentazione di tutti i farmaci che possono essere utili per combattere il virus. Tutte misure condivisibili e su cui il governo sta già lavorando. Alla riunione, infatti, partecipa anche il ministro della Sanità, Roberto Speranza, anche se collegato in videoconferenza. Sul ‘campo’, invece, c’è Federico D’Incà, titolare dei rapporti con il Parlamento, che poco prima aveva riunito i capigruppo di maggioranza per tracciare una strada al decreto ‘Cura Italia’ in Senato. La scelta è stata quella di affidarsi alla conferenza dei capigruppo.
Lega, Fratelli d’Italia e FI aspettano il passaggio parlamentare per rilanciare i loro emendamenti. Quelli economici, su cui, per intenderci, si crea la distanza con l’esecutivo. Salvini è chiaro: la sua parte politica vuole la tutela economica di tutti i lavoratori, partite Iva comprese. E ancora, liquidità e stop alle tasse per le imprese, soprattutto quelle più piccole. Soldi subito ai Comuni, “per aiutare i sindaci ad essere vicini a tutti i loro cittadini”. E difesa delle aziende italiane, sotto tiro delle multinazionali straniere, che potrebbero approfittare del periodo difficile per provare a prendere asset strategici. Ovviamente, a livello europeo, il no è secco al Mes “sotto qualsiasi forma. Trattato infernale che mette a rischio i risparmi ed il futuro degli italiani”.
Al premier il centrodestra ha portato anche un’altra richiesta, quella di riaprire il Parlamento. Meloni vuole che le Camere si trasformino in una vera e propria “Unità di crisi, nella quale poter lavorare quotidianamente, mettere insieme le energie migliori, fare proposte e dare risposte agli italiani. Il presidente di FdI, prima di rispondere all’invito di Conte, aveva pubblicamente ringraziato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, “per essersi prodigato al fine di creare un clima di collaborazione tra tutte le forze politiche in questo momento così delicato per l’Italia”. Il presidente della Repubblica, infatti, aveva sentito Salvini dopo la richiesta del centrodestra di essere ricevuti al Colle. Una telefonata “cordiale e cortese”.
Dario Borriello (LaPresse)