ROMA – Una “potenza di fuoco” la definisce il premier Giuseppe Conte, liquidità immediata con 30 miliardi appostati a sostegno di garanzie statali per 400 miliardi di euro alle imprese, piccole medie o grandi, di cui 200 destinati al mercato interno, 200 per l’export, che sommati ai 350 del Cura Italia portano a 750 miliardi l’importo complessivo.
Arriva in serata l’annunciata boccata di ossigeno per l’imprenditoria italiana, attesa la scorsa settimana ma slittata a diverse riprese. Ma il ‘fate presto’ si scontra con il dibattito politico e due nodi in particolare: uno, la soglia garantita dallo Stato per i prestiti che Italia Viva voleva al 100 percento per tutti; due, il ruolo di Sace, controllata di Cdp, che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri voleva portare dentro il Tesoro, contrariando Di Maio.
Partita quest’ultima su cui si è mediato fino alla fine: “Sace è e resterà nel perimetro di Cdp”, assicura Conte, ma con il coordinamento del Mef. Mentre il titolare della Farnesina incassa l’accordo tra via XX Settembre e Maeci grazie al quale lo Stato assicurerà 50 miliardi di garanzie date da Sace agli esportatori. Liberando 50 miliardi per nuove garanzie. Dal 2021, poi, a queste garanzie si aggiungeranno altri 200 miliardi per nuovi investimenti per il lavoro e la ripartenza del Paese sui mercati nazionali ed internazionali.
Boccata d’ossigeno per le imprese italiane
Non la spuntano invece i renziani. I prestiti saranno garantiti al 90 percento dallo Stato, “senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi – spiega Gualtieri -. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace. Con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi”. I prestiti andranno restituiti entro sei anni. Non basta: “Il nostro sistema produttivo è anche fatto di tante piccole partite iva, artigiani, autonomi, professionisti – ricorda il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli -.
Per questo mondo abbiamo rafforzato uno strumento che conoscono già, il fondo centrale di garanzia. Che portiamo con la possibilità di un prestito fino a 5 milioni di euro al 90% garantito dallo Stato”. Non solo: per i più piccoli “fino a 25mila euro di prestito la garanzia dello Stato sarà al 100% con una procedura priva di vincoli e valutazioni andamentali. Valutiamo affidamenti fino a 800 mila euro con una garanzia statale al 90% che arriva a 100% con i confidi”. Spiega il ministro che loda le misure messe in campo come “un’operazione ampissima, probabilmente la più ampia in Europa”.
Diverse misure prese in considerazione dal Governo
Nel decreto entrano anche una serie di misure, come lo stop delle ritenute e dei contributi assistenziali e previdenziali e i premi di assicurazione obbligatoria sul lavoro dipendente e dei versamenti dell’Iva. A favore degli esercenti attività di imprese, arti e professioni anche per aprile e maggio che da solo vale quasi dieci miliardi di euro. Non basta: c’è anche il rinvio di una serie di adempimenti fiscali – come la trasmissione del Cud – e l’atteso ampliamento del golden power. “Controlleremo scalate eventualmente ostili non solo nei settori tradizionali. Ma anche ai settori finanziario, energia, trasporti, acqua, sicurezza alimentare, cybersicurezza, intelligenza artificiale, salute agricoltura- spiega Conte -. Ci consentirà di intervenire nel caso ci siano acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue”.
(LaPresse)