Amianto killer alla Olivetti, fra 28 giorni la sentenza per De Benedetti

 

TORINO (gt) – Il tempo dell’accusa è finito. Ciò che aveva da dire sulle ‘morti per amianto’ alla Olivetti, la Procura generale di Torino lo ha esplicitato con chiarezza. Non c’è altro da aggiungere, per ora. E finito, ormai, è anche il tempo della difesa: gli avvocati  di Carlo De Benedetti, editore del gruppo L’Espresso/Repubblica, e degli altri imputati in Appello hanno concluso le loro arringhe. Adesso tocca alla Corte. La sentenza di secondo grado sarà resa nota il prossimo 18 aprile. Rispettato, quindi, il calendario delle udienza: il verdetto arriverà dopo Pasqua. Fra 28 giorni. L’indagine sul’asbesto respirato in fabbrica, nel 2016, ha già determinato una condanna per l’ingegnere  a 5 anni e 2 mesi di reclusione. Le accuse sono pesanti: omicidio colposo plurimo e lesioni personali gravissime. Della Olivetti il magnate torinese è stato amministratore delegato dal ‘78 al ’96: alcuni operai, lavorando in quell’azienda, sarebbero stati per anni pericolosamente in contatto con l’amianto. Per la Procura e già per i giudici del palazzo di giustizia di Ivrea le particelle inalate hanno causato la loro morte. L’accusa ha ultimato la propria requisitoria lo scorso 28 febbraio:  ha chiesto una parziale riforma della condanna di primo grado. Il pg ha proposto pene più lievi mitigate dal  ‘non doversi procedere’ nei confronti dei fratelli Franco e Carlo De Benedetti, Luigi Gandi, Paolo Smirne e Manlio Marini in relazione a due capi di imputazioni.

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