ROMA – Missione: contrastare la gita pasquale. ‘Non è il momento di abbassare la guardia’ è il mantra che i governi di tutti il mondo stanno ripetendo in vista del weekend di festività. Complici previsioni meteo ottime, si diffonde il timore che i cittadini facciano uno strappo alla regola dopo giorni di isolamento. E allora si ricorre a una stretta delle misure per evitare di mandare in fumo i risultati raggiunti finora nel contenimento della pandemia di Covid-19. La promessa è che, se si riuscirà a resistere alla tentazione di una scampagnata furtiva, dal 14 aprile si potrà tornare gradualmente a uno stile di vita ‘normale’. Un ultimo sforzo, quindi, che verrà ricompensato con un allentamento delle restrizioni.
Le indicazioni dal mondo
Un primo monito è arrivato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel: “No ai viaggi, anche all’interno dei confini”. Nessuna gita al mare, o visita ai parenti. “Nemmeno brevi spostamenti”, precisa la cancelliera. “So che è difficile con questo bel tempo”, ha detto comprensivo il ministro della Sanità tedesco Jens Spahn, ma “dobbiamo rimanere in casa” perché l’attuale tendenza positiva registrata nella curva dei nuovi contagi deve essere ancora “cementata”. La Pasqua sarà “un banco di prova”, se si registreranno sviluppi positivi la Germania potrà tornare gradualmente alla normalità, ha aggiunto il ministro. La passione dei tedeschi per i viaggi pasquali ha allertato anche il governo olandese. Il primo ministro Mark Rutte ha annunciato che i valichi frontalieri potrebbero essere chiusi nel fine settimana, se dovessero risultare troppo trafficati. Un chiaro messaggio volto a scoraggiare i turisti, in maggioranza belgi e tedeschi, che tradizionalmente si riversano nelle città olandesi durante le vacanze di Pasqua. Una stretta alle frontiere è in corso anche in Svizzera dove la polizia sta cercando di scoraggiare chi viaggia a recarsi nella regione del Ticino, la più colpita dalla pandemia di Covid-19. Più incisiva la polizia della Nuova Zelanda che ai cittadini ha detto: non muovetevi o rischiate l’arresto.
In vista delle celebrazioni della Pasqua ortodossa anche le autorità della Grecia stanno inasprendo le misure di contenimento: più blocchi della polizia lungo autostrade e strade secondarie, divieto assoluto di viaggi tra le isole e multe a cascata per chi viola le disposizioni. La Lituania, Paese tradizionalmente cattolico, ha imposto un blocco nelle principali città per prevenire un’ulteriore diffusione del virus.
Dopo il banco di prova per i Paesi a maggioranza cattolica, sarà il momento dello ‘stress test’ per quelli a maggioranza islamica. Dal 23 aprile inizierà infatti il mese sacro del Ramadan, che prevede tradizionalmente preghiere di gruppo e pasti collettivi dopo il tramonto, i cosidetti iftar. L’Egitto ha già disposto la chiusura delle moschee e ha annullato tutte le celebrazioni per il Ramadan. In Iran è intervenuta la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, che ha invitato i fedeli sciiti a pregare nelle proprie case. “Nel mese del Ramadan saremo privati delle riunioni pubbliche, in loro assenza – ha detto Khamenei in tv – ricordatevi di prestare ascolto alle vostre preghiere in solitudine”.
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