Accordo Ue sul Recovery Fund. Conte: “Successo per l’Italia, lo useremo noi e altri”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA – Un Recovery Fund finanziato attraverso il bilancio Ue, con l’emissione di titoli di debito da parte della Commissione Ue. Non sono gli eurobond, ma a livello tecnico e concettuale non siamo troppo distanti. L’accordo c’è, e l’Italia lo considera una vittoria: il Consiglio Ue dà il via libera alle discussioni tecniche sul Fondo. Scontata, ma fondamentale, la luce verde anche ad altre tre reti di sicurezza: Sure, Bei e Mes.

La Commissione Ue dovrà lavorare sui dettagli del Recovery Fund, che qualcuno già chiama il Piano Marshall anti-virus. Giuseppe Conte parla di “uno strumento innovativo”, che sarà utile all’Italia e ad altri Paesi: insomma, un risultato che sarebbe stato impensabile “fino a poche settimane fa”. Durante i negoziati, Palazzo Chigi ha chiesto un pacchetto di 1.500 miliardi e ottenuto che la dichiarazione finale del Consiglio fosse modificata, sottolineando che il Fondo è “necessario e urgente”.

Essendo legato al bilancio comune, infatti, per la sua partenza si potrebbe dover aspettare fino a gennaio 2021, troppo. Ma sono allo studio soluzioni ponte, su cui la Commissione riferirà. La presidente Ursula Von der Leyen assicura che in maggio presenterà un piano dettagliato. Non si sbilancia sulla dimensione del Fondo, né sull’esatta configurazione tra prestiti regolari e a fondo perduto, che Roma ritiene fondamentali. Ma “stiamo parlando di migliaia di miliardi”, assicura l’ex ministra tedesca.

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, vorrebbe ora un bilancio comunitario molto ambizioso, con risorse proprie che potrebbero arrivare da imposte comunitarie come la web tax o la tassa sulla plastica. A livello tecnico, la raccolta di fondi sul mercato partirà dalla garanzia proveniente dal cosiddetto ‘headroom’ del budget comune. Si tratta della differenza tra impegni e pagamenti. Gli impegni cresceranno, innescando un meccanismo che dovrebbe portare a quella che Sassoli chiama una “montagna di denaro”, un “piano Marshall che però ci dovremo finanziare noi europei”.

Andranno capiti i meccanismi di funzionamento, ma il Fondo dovrebbe allontanare – almeno temporaneamente – la dicotomia su eurobond e Mes. Quest’ultimo, non a caso, viene subito richiamato nel primo post Fb di Salvini in risposta alla riunione, in cui si parla di “drammatica ipoteca” per noi italiani. Parlando di successo tanto i dem quanto i pentastellati, facendo forse rientrare le divisioni degli ultimi giorni.

Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel assicura: a Roma verrà dimostrato “che lavoriamo ad una maggiore convergenza, coesione e solidarietà”. E un chiaro segnale arriva direttamente da Angela Merkel, che impegna la Germania, “per un certo periodo di tempo” a “dare contributi molto maggiori al bilancio dell’Ue”. (LaPresse)

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