Il mercato del lavoro crolla sotto il peso del Covid: nel 2020 persi 660mila posti

Il Covid ha lasciato una segno nel 2020: le assunzioni nel settore privato sono state 5.028.000, con un deciso calo, pari al 31%

Foto LaPresse/Stefano Cavicchi

MILANO – Non è bastato lo stop ai licenziamenti per fermare la crisi del mercato del lavoro. Il Covid ha lasciato una segno nel 2020: le assunzioni nel settore privato sono state 5.028.000, con un deciso calo, pari al 31%. Il tonfo, spiega l’Inps che ha fornito i dati, è stato determinato dagli effetti dell’emergenza legata alla pandemia.

Le trasformazioni da tempo determinato sono risultate 553.000, anch’esse in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-22%). A dicembre si è registrata una significativa inversione di tendenza con forte incremento, pari all’82% rispetto a dicembre 2019, evidentemente trainato dalle agevolazioni predisposte dal Dl Agosto in scadenza a fine anno. Le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano essere aumentate del +9% nel 2020 rispetto al 2019.

660mila posti di lavoro persi

Sono così 660 mila i posti di lavoro persi in Italia a fine anno rispetto al 2019. Un risultato che bilancia – in negativo – i posti a tempo indeterminato (+259.000) il forte calo dei posti a tempo determinato (-919.000). Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, resta così negativo.

In progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, il saldo è divenuto negativo a febbraio (-27.000) ed è peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria a marzo (-283.000) e ancor di più ad aprile (-623.000). La dinamica negativa è proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (-812.000). A luglio si è avviata un’inversione di tendenza (û 758.000) proseguita lentamente fino a fine anno.

La cassa integrazione

Una situazione che si riflette inevitabilmente sulla cassa integrazione. A febbraio 2021 sono state autorizzate 173,3 milioni di ore di integrazione salariale. Di queste il 97% delle ore di Cig ordinaria, deroga e fondi di solidarietà sono state autorizzate con causale ‘emergenza sanitaria Covid-19’.

In totale le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a febbraio 2021 sono state 26,2 milioni, quasi interamente riferite quindi all’emergenza sanitaria, anche se in calo del 55,2% rispetto al mese di gennaio, durante il quale erano state autorizzate 58,6 milioni di ore. A febbraio 2020 le ore autorizzate sono state 10,7 milioni.

All’inizio della prossima settimana verrà inviato alle parti sociali un primo documento sulla riforma degli ammortizzatori sociali relativo al perimetro dell’intervento.

(AWE/LaPresse/di Francesca Conti)

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