ROMA – Mentre la campagna vaccinale supera 7 milioni e 800 mila dosi somministrate, nelle Regioni si lavora senza sosta per il cambio di passo chiesto dal governo. Il commissario all’emergenza Figliuolo coordina, con l’aiuto di esercito e protezione civile, la distribuzione delle fiale da Nord a Sud e l’apertura dei nuovi punti vaccinali che nelle ultime tre settimane sono aumentati del 25%, salendo a 1.868.
L’obiettivo è passare, entro un mese, dalle attuali 200 mila somministrazioni al giorno, al mezzo milione, ma per farlo serve la fiducia dei cittadini, l’arrivo di dosi sufficienti e l’impegno di tutte le Regioni, alcune delle quali, in questo primo trimestre hanno faticato di più.
Il Lazio, oltre ad aver utilizzato l’83.4% delle dosi consegnate, ha già riprogrammato tutte le 25mila vaccinazioni saltate nei quattro giorni di blocco AstraZeneca e le recupererà in una settimana. In Lombardia, al contrario, le somministrazioni procedono più lentamente e si registrano disagi in varie province per problemi di funzionamento della piattaforma di prenotazione.
“Stiamo lavorando con tutte Regioni per accelerare – sottolinea il ministro Roberto Speranza su Rai1 -. Alcune sono partite più velocemente, altre stanno recuperando”. Ma il vero problema restano le consegne: dopo i tagli ripetuti, la primavera, anche su questo fronte, dovrebbe far voltare pagina, con un potenziamento imponente delle distribuzioni e l’arrivo in tre mesi di oltre 52 milioni di dosi.
Il temuto blocco da ‘paura AstraZeneca’ è in via di superamento senza serie ripercussioni, mentre prosegue l’impegno di esperti e politici per rassicurare i ‘vaccinandi’: da parte sua, il ministro Speranza si dice pronto, quando sarà il suo turno, a vaccinarsi con il siero anglo-svedese, ribadendone “efficacia e sicurezza”.
Domenica, dal hub di Pratica di Mare è partita la distribuzione alle regioni di 333.600 dosi di Moderna. E per implementare la campagna, l’esecutivo è pronto a mettere in campo dalle caserme alle farmacie, passando per ospedali e strutture pubbliche e private. L’idea sulla carta funziona, anche se suscita la reazione della Fnomceo, che pur apprezzando lo sforzo per accelerare le vaccinazioni chiede vengano sempre fatte sotto la supervisione di un medico.(LaPresse)