Il quadro politico nazionale è in costante mutamento, le ripercussioni sul piano locale sono inevitabili. Il modo in cui evolverà il rapporto tra Pd e M5S o tra il Pd e Italia Viva inciderà sulle scelte dei partiti in vista delle prossime elezioni amministrative. L’invito del vicepresidente della Camera dei deputati e coordinatore nazionale di Iv Ettore Rosato è quello di andare oltre i desiderata e guardare con obiettività a quella che è la proposta politica che le forze politiche riflettono.
Onorevole, è cambiato il premier, ma non la situazione relativa alla campagna vaccinale. In Campania De Luca ha parlato dell’utilizzo del vaccino Sputnik.
Dobbiamo recuperare il grave ritardo accumulato con il governo Conte. Sul piano vaccini, sull’organizzazione della logistica, l’elenco è lungo. Per esempio da quando è arrivato il governo Draghi si lavora per produrre in Italia i vaccini, prima no. E sul vaccino russo dico che tutti i vaccini sono buoni se sono testati. Lo Sputnik se autorizzato dall’Aifa e dall’Ema va comprato e utilizzato.
Altra nota dolente è la situazione economica.
Stiamo affrontando la più grave crisi economica dal dopoguerra. Da una parte dobbiamo aiutare le imprese a sopravvivere fino alle riaperture, dall’altra bisogna ripensare a pezzi interi di economia che cambieranno radicalmente. Tra le tante tre questioni: i ristori sono troppo bassi per le imprese, servono altre risorse, il presidente Draghi lo sa e si è già impegnato. Poi commercio, turismo, cultura sono i settori più colpiti, sono fermi da un anno e per questo servono misure straordinarie. Infine c’è un problema aggiuntivo al Sud che riguarda l’accesso al credito, bisogna cambiare i parametri per fare uscire dalla segnalazione della Crif gli imprenditori che regolarizzano la propria posizione con la stessa facilità con cui ogni mancato pagamento fa scattare una segnalazione, e comunque trovare strumenti per sostenere il credito di chi non ha merito creditizio ma che potrebbe ripartire.
Come si pone Italia Viva rispetto al Pd di Letta e al M5S di Conte?
Il nostro lavoro sarà sempre quello di costruire un campo riformista, se il Pd sceglierà con decisione questa strada trasformando le parole in fatti, noi saremo volentieri con loro a costruire questo percorso. Per il M5S la situazione è molto diversa. Sono a noi lontanissimi, si può dire tutto tranne che sia un partito riformista. Parlare di riformismo non è dibattito culturale, vuol dire scelte da fare in un modo o nell’altro. Gli imprenditori li aiutiamo concretamente o pensiamo solo a politiche assistenziali? Ci occupiamo di creare le condizioni per nuovi posti di lavoro o questo è un tema che non ci riguarda. Sulla giustizia un avviso di garanzia equivale ad una condanna come pensa il M5S o applichiamo la Costituzione? Se la linea politica del Pd sarà quella di correre dietro Conte e il M5S le nostre strade si divideranno.
Un polo riformista che vede come interlocutori privilegiati il Pd, Più Europa e Azione di Calenda. Toti e la Carfagna possono essere della partita?
L’interlocuzione deve essere ampia e fondata sui contenuti e non sugli organigrammi. La politica italiana cambia completamente dopo la pandemia, guardiamo già alle rivoluzioni che ci sono state con l’arrivo di Draghi. Non si può ragionare con vecchie logiche su uno scenario del tutto nuovo. Comunque per stare sulla domanda il dialogo con Mara Carfagna e Giovanni Toti non mi sembra un percorso impervio.
Lei parla di rivoluzioni già avvenute con Draghi. C’è chi pensa che il governo attuale sia in in continuità con Conte.
Nessuno di noi pensava che Draghi con la bacchetta magica facesse scomparire la pandemia e nemmeno che con lui le misure di contenimento della diffusione del virus non fossero più necessarie. Però ha fatto delle scelte per cambiare radicalmente le cose che non funzionavano. Basta vedere i nuovi vertici chiamati a gestire Protezione civile, piano vaccini e si capisce subito che c’è un altro tipo di organizzazione, efficace ed efficiente.
Alle Comunali per voi si deve ripartire dalla coalizione che ha sostenuto De Luca alle Regionali, per il Pd non è scontato tant’è che a Napoli si punta sull’alleanza con i 5 Stelle. Che ne pensa?
A me sembra che qualcuno pensi che sul tavolo di Napoli si debbano costruire gli equilibri della nuova alleanza nazionale Pd-M5S e quindi sia più interessato al Risiko nazionale che ad progetto vero di rilancio per Napoli dopo il disastro di De Magistris. Noi pensiamo che la coalizione naturale da proporre sia quella che ha vinto in Regione con De Luca e questo è il modello su cui ci vogliamo confrontare.
A Caserta sosterrete il sindaco uscente Marino?
I nostri gruppi dirigenti sono strutturati e radicati, faranno valere il proprio contributo sulla scelta dei candidati in tutte le città chiamate al voto.
A Benevento c’è il nodo Mastella: i deluchiani vogliono fare squadra con il sindaco uscente. A Italia Viva va bene?
Il tema è la qualità del governo della città. Siamo soddisfatti o no? Anche qui si confronteranno i nostri referenti sul territorio.
Qualche giorno fa Loredana Raia, vicepresidente Pd del consiglio regionale, ha detto che la disturba la declinazione al maschile dei candidati sindaco. Che ne pensa?
La Raia fa un ragionamento serio. Ha ragione a porre questo tema, per altro si trova in un partito che quando si è trattato di scegliere ha messo al governo tre uomini su tre posti a disposizione.
Esiste l’ipotesi di presentare candidati di Iv?
Assolutamente si, siamo pronti e verranno fuori quando servono, non per alimentare un dibattito ma per lavorare a vincere le elezioni.