ROMA – “Il 1996? Bello, emozionante. Una vita fa”. Capelli lunghi al vento, spensieratezza esplosiva che si sposa con quel pizzico di orgogliosa incoscienza da adolescente e una voglia matta di emergere, vincere e dominare. E’ passato un quarto di secolo da quando Valentino Rossi ha fatto il suo esordio nel motomondiale e da allora è ancora lì, in sella, a fare a sportellate “come al primo giorno di scuola” reggendo al passare inesorabile del tempo e delle generazioni cresciute con il poster del mito 46 in camera. Era il 31 marzo del 1996 e sul circuito di Sepang, in Malesia, faceva il suo debutto nel ‘circus’ un ragazzo di 17 anni in sella a un’Aprilia RS 125 R del team privato AGV.
Gli esordi
Si faceva chiamare ‘Rossifumi’ in onore del suo idolo giapponese Abe e da campione italiano della 125 cercò subito di farsi largo, senza perdere tempo. “La prima gara? Emozionante e indimenticabile. Ricordo la bagarre con Aspar Martinez, in gara arrivai sesto”, ricorda Rossi in un video pubblicato sul sito ufficiale della MotoGp che rende omaggio al campione che ha cambiato la storia del motociclismo anche per il suo modo scanzonato di vivere le gare. Si scorge, tra i vari frammenti di un collage lungo tre minuti, un Valentino già allora personaggio che girava su una ‘poltrona motorizzata’ per il paddock, che faceva scherzi e si inventava siparietti sul podio.
25 anni di carriera
I festeggiamenti per 25 anni di onorata battaglia in pista arrivano in un momento della carriera in continua e lenta flessione: il pilota che ha in bacheca 9 titoli mondiali e 115 Gp in 415 gare disputate e 235 podi non vince da oltre tre anni. L’ultimo titolo iridato è del 2009 ma lui non molla e si emoziona ogni volta che riparte la stagione. “E’ come il primo giorno di scuola”, ha dichiarato poche settimane fa prima del via della sua ventesima stagione in MotoGp. Domenica scorsa nella gara d’esordio del 2021, alla sua prima stagione con una moto non ufficiale, si è piazzato 12/mo dopo un promettente quarto posto in qualifica non riuscendo mai a stare nel gruppo dei primi.
Lucchinelli: “Un genio, ma ora basta”
E ogni volta che non brilla e scivola in fondo emergono le voci di chi invita il campione a farsi da parte. C’è infatti chi non condivide la sua ostinata voglia di restare in sella, comunque, nonostante la prolungata assenza di successi. E tra questi c’è l’ex iridato Marco Lucchinelli che invita Valentino a farsi da parte: “E’ stata una novità, un modo diverso di fare le corse, un marziano, un genio però adesso è tornato sulla terra e non si devono trovare più tante scuse. Ora largo ai giovani. Senza nulla togliere al nove volte campione del mondo, adesso basta. Così si porta via la moto ad un giovane. Lui ha sempre corso per vincere ma ora corre per arrivare”, ha dichiarato l’ex pilota iridato con la Suzuki nel 1981.
Largo ai giovani
“Non ce l’ho con Valentino, ma con chi continua a trovargli delle scuse. Tranne lui c’è stata negli anni una alternanza. Credo che lui voglia fare sempre meglio e non va certo piano. Ma i giovani hanno quel pelino in più che fa la differenza. E’ diventato uno stimolo per i giovani per stargli davanti”, ha aggiunto Lucchinelli secondo il quale il motomondiale senza Rossi non è vero che perderebbe appeal. “Anche gli altri danno spettacolo. E poi le moto adesso non mi sembrano così tanto difficili da guidare perché anche gli esordienti vanno forte subito – ha aggiunto – Un tempo ti rompevi le ossa per tre anni prima di andare forte. Per vincere una gara sì, si può anche fare, ma per vincere un mondiale significa che se ne devono fermare in tanti di piloti”. Rossi però c’è e sogna come a 17 anni. E non ha intenzione di mollare.
(LaPresse/di Luca Masotto)