Vaccini in Campania, proteste e alta tensione: chi è in fila rifiuta Astrazeneca

Attese infinite per gli over 70: assembramenti in piedi e al freddo. Caos a macchia di leopardo in tutta la regione

Un disastro assoluto. La frittata è fatta? Forse sì. I problemi relativi alla campagna di vaccinazione hanno fatto il salto di qualità. Ieri è stata una giornata di passione scandita da disservizi, file chilometriche, attese infinite, proteste dei pazienti e non sono mancati momenti di tensione tra le persone e il personale sanitario, soprattutto a Napoli. In ogni caso, non si poteva in modo peggiore di questo.

Code negli hub, attese infinite

Erano circa 4mila, ieri, le persone assembrate sotto il tendone della Mostra d’Oltremare a Napoli, l’hub più grande della Campania. In maggioranza over-70, per loro i tempi di attesa, solitamente sui 40 minuti, è arrivato a toccare picchi di tre ore. Lo stesso è avvenuto, in tenore ridotto, anche al punto di vaccinazione di Frattamaggiore e in alcuni casi anche nel Casertano. Chiuso al pubblico, invece, l’hub della Stazione Marittima di Napoli per interventi di sanificazione e manutenzione, riaprirà oggi. Non sono mancate le proteste: “E’ assurdo fare aspettare una persona anziana così a lungo, in piedi, al freddo”, spiega il figlio di uno dei presenti. Tant’è.

Caos Astrazeneca, tanti vogliono Pfizer

Non sono mancate le proteste. Tante persone, infatti, hanno chiesto essere vaccinate con il farmaco della Pfizer e non con Astrazeneca. Si giustifica così, tra l’altro, il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva: “Le file? Non è colpa nostra. Ogni persona trascorre almeno una decina di minuti a cercare di convincere il medico vaccinatore a somministrargli Pfizer. E se dopo l’anamnesi il medico non vede le condizioni per cambiare il vaccino, ricominciano a cercare di convincerlo”. Anche se, probabilmente, aver tenuto chiuso la Stazione Marittima ha influito negativamente sugli altri punti di somministrazione. Fatto sta che in tanti, soprattutto quei soggetti con patologie al confine con la categoria dei ‘fragili’, hanno preteso il farmaco ritenuto più sicuro. Molti, di fronte al rifiuto dei sanitari che devono rispettare il protocollo imposto, sono andati via rifiutando la somministrazione della dose. Aumenta, così, il numero di ‘disertori’. Ancora una volta bisognerà ricorrere ai riservisti.

Forniture flop e polemiche

I dubbi su Astrazeneca derivano dalle tante sospensioni che i Paesi europei, su tutti la Germania e compresa l’Italia, avvenute nelle ultime settimane. Anche le modifiche delle platee e le informazioni scientifiche ‘ballerine’ non hanno contribuito a rasserenare gli animi. Di certo non hanno aiutato le parole del governatore Vincenzo De Luca arrivate nella mattinata di ieri. “Il governo faccia chiarezza su Astrazeneca”, ha tuonato con il solito piglio da Sceriffo. Legittimo e sacrosanto chiedere chiarezza, farlo a ‘reti unificate’ e a metà giornata non è un colpo di genio strategico. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Se poi capita nello stesso giorno in cui un importante Hub viene chiuso, la frittata è fatta. Intanto, le dosi a disposizione iniziano a scarseggiare in Campania come in Italia. Dovrebbero arrivare 8 milioni di dosi nei prossimi giorni, come promesso dal governo, ma non basteranno a fare 500mila inoculazioni giornaliere. La Campania resta l’ultima regione per dosi ricevute rispetto alla popolazione da vaccinare.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome