ROMA – “In queste ore stiamo raccogliendo fra i deputati e le deputate europee adesioni per una lettera di cui sono primo firmatario. Un fatto politico e simbolico dopo il disastro diplomatico di Ankara”. Così in una nota Massimiliano Smeriglio, eurodeputato S&D. “Presidente Michel, siamo colpiti ed indignati per l’umiliazione subita dalla Presidente Von der Leyen e dalle istituzioni europee, in occasione della visita ad Ankara. Signor Presidente, il problema non riguarda soltanto l’arroganza e il machismo del Presidente della Turchia Erdogan. Il fatto più increscioso e doloroso è stato il suo silenzio di fronte ad un’evidente provocazione contro l’Unione e contro la signora Von der Leyen, prima Presidente donna della Commissione europea”, si legge nella lettera. “Uno sfregio politico e diplomatico non sanabile che aumenta la distanza che l’Unione dovrebbe tenere nei confronti di un governo – quello turco – autoritario, che reprime le persone libere, che mette il guinzaglio alle università, che umilia le donne e che perseguita il popolo curdo. Non accettiamo che le nostre istituzioni debbano prostrarsi di fronte a un regime ostile allo stato di diritto, alla libertà di stampa e ai valori costitutivi dell’Unione europea. Dunque, signor Presidente, per togliere questa macchia e riscattare la dignità delle istituzioni europee, le chiediamo un gesto di responsabilità. Le chiediamo di dimettersi, rimettendo il suo mandato da Presidente del Consiglio. Un gesto estremo per dimostrare concretamente la differenza tra la tradizione democratica europea e il governo dell’autarca di Ankara”. Oltre a Smiriglia ci sono le firme di Adinolfi, Bartolo, Benifei, Calenda, Comín i Oliveres, Cozzolino, Evi, Ferrandino, Gualmini, Majorino, Mavrides, Moretti, Picierno, Ponsatì Obiols, Procaccini, Rinaldi, Roberti, Rodriguez Palop, Spurek, Toia, Yenbou.
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Ue, Smeriglio: “Raccolta firme dei parlamentari Ue, Michel faccia un passo indietro”
“In queste ore stiamo raccogliendo fra i deputati e le deputate europee adesioni per una lettera di cui sono primo firmatario. Un fatto politico e simbolico dopo il disastro diplomatico di Ankara"