Marcianise, Siciliano fece i voti per la Letizia

Marcianise. Il patron dei supermercati, indagato per camorra, sponsorizzò l’ex consigliera comunale per le Regionali 2015. L’imprenditore sarebbe stato attivo anche alle Amministrative a Capodrise e Casagiove

MARCIANISE – Dagli investimenti nei supermercati ai rapporti con alcuni politici locali. Parte della quotidianità di Paolo Siciliano negli ultimi anni è stata passata ai raggi x dai carabinieri del Ros. Alcune delle sue condotte hanno spinto la Dda di Napoli a contestargli il reato di associazione mafiosa. Il pm Maurizio Giordano sostiene che dagli inizi del Duemila fino al 2019 sarebbe stato “un socio stabile della famiglia Capaldo” che fa riferimento a Filippo, nipote e ‘delfino’ del capoclan Michele Zagaria. Altre azioni di Siciliano, invece, non sono confluite nelle ipotesi di reato messe nero su bianco dagli inquirenti. Ma nell’analizzarle i militari dell’Arma hanno riscontrato il suo prodigarsi, alle Comunali del 2016 e alle Regionali del 2015, per alcuni candidati che in caso di elezione, questa la tesi degli investigatori, gli sarebbero potuti tornare utili. Comportamenti che, logicamente, non rappresentano delitti. L’imprenditore era ed è libero di votare e far votare chi vuole. Però, ha chiarito il Ros, rientrano negli atti di inchiesta perché decisivi per tracciare la personalità di Siciliano e il suo grado di penetrazione nel tessuto politico sociale.

Regionali 2015
Da alcune conversazioni avute da Siciliano con tale Mariangela V., è emerso, hanno ricostruito i carabinieri, il suo tentativo, non concretizzatosi di far eleggere al consiglio regionale l’avvocato Filomena Letizia candidata con la lista Centro Democratico. Ma lo scranno, nonostante il ricorso al Tar presentato dalla marcianisana, alla fine andò al mondragonese Giovanni Zannini.

Comunali a Capodrise
Siciliano è un imprenditore di successo, con diversi supermercati disseminati sul territorio casertano. E a cercarlo per avere sostegno alle Comunali di cinque anni fa sarebbero stati in tanti.
Ripercorrendo le intercettazioni indicate dal Ros, salta fuori che la sua presunta relazione politica con la Letizia andava oltre le Regionali e toccava pure le amministrative di Capodrise.
Nel tardo pomeriggio del 30 aprile 2016 della tempesta di chiamate ricevute e di avvicinamenti per le urne si sfoga sempre con Mariangela. “Questa politica, mi acchiappano tutti quanti.. E non posso dire di no. Se pure non faccio niente ci devo andare, hai capito? Adesso mi ha liberato Salvatore Liquori. […] L’hanno fatto fuori a Topo. Se ti dico una cosa devi mantenere il segreto. Ho fatto fare fuori anche il fratello di Mena (Letizia, ndr). […] Mena stava parlando con Salvatore, stava a fare l’accordo di mettere il fratello, perché poi lei avrebbe parlato con me ed io avrei appoggiato il fratello, hai capito?”.
Siciliano però non era intenzionato a scendere in campo in prima personale, ma, hanno scritto i carabinieri, preferiva restare dietro le quinte per cercare di influenzare l’evoluzione delle alleanze politiche. Concetto che esprime sempre a Mariangela V. il 20 maggio 2016. “Io voglio stare un poco più dietro, perché se no mi attaccano, io tengo altri problemi, altre cose. Dissi già il giornalista attacca, la Dda vuole sapere perché mi sono menato nella politica, sta un macello in giro. […] Allora la Dda vuole capire quale è il mio interesse in questa cosa. Per me è solo un gioco e questi capiscono una cosa per un’altra”. Se era stato disposto ad impegnarsi per le Regionali l’anno prima, non lo avrebbe fatto platealmente a Capodrise. “Non tenevamo i paesani che ci creavano problemi. […] Io non posso dare tutto a Liquori, non posso neanche dare tutto a Topo, perché a me sono amici di qua e sono amici di là, io sono neutro, sto giusto in mezzo”.
Anche se il 25 maggio, quando un imprenditore originario di Caivano lo chiama al telefono e gli chiede se appoggiava o meno la candidatura di Angelo Crescente, risponde affermativamente.

Le urne a Casagiove
Non solo Capodrise. Sarebbe stato tirato in ballo anche nelle Comunali di Casagiove. Il 4 maggio 2016 Danilo D’Angelo, ha documentato il Ros, propose a Siciliano l’organizzazione di una riunione all’interno della Distribuzione Siciliano con i dipendenti residenti in vista delle urne.

Il terreno
I carabinieri negli atti di indagine ha inserito anche l’acquisto di un terreno all’asta in zona San Donato a Capodrise da parte della società Distribuzione Siciliano. Il 5 giugno 2016 la neo consigliera comunale Luisa D’Angelo chiamò l’imprenditore e, hanno ripercorso i militari, dopo averlo ringraziato per il sostegno, gli chiedeva la cortesia di ripulire di sterpaglie quel terreno. Siciliano lo aveva ottenuto per 345mila euro, con un ribasso del 60 percento rispetto al prezzo iniziale, a conclusione di una lunga serie di aste durante la gestione del commissario prefettizio. Il passaggio di proprietà viene concretizzato ad agosto dello stesso anno. Anche questo aspetto, come il suo interesse per le elezioni, non è oggetto di contestazioni per ipotetici reati, ma è stato incluso dal Ros nell’inchiesta solo per tracciare le capacità relazionali di Siciliano.
L’imprenditore, assistito dagli avvocati Claudio Sgambato e Federico Simoncelli, è stato arrestato cautelarmente su ordine del gip di Napoli lo scorso gennaio. Il 18 febbraio scorso però il Riesame ha annullato quel provvedimento cautelare rimettendolo in libertà.

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