ROMA – “Con l’arrivo del Covid-19, tutti abbiamo messo in campo le nostre competenze, acquisite con la ricerca, per arginare questa pandemia. L’esempio più interessante è quello dei vaccini a mRna. Mai usati prima, ma allo studio da almeno una ventina di anni come arma contro i tumori. Se siamo riusciti ad affrontare questa pandemia è perché abbiamo investito nella ricerca sul cancro”. Lo afferma Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e professore emerito all’Humanitas University, intervistato dal ‘Corriere della Sera’.
Riguardo alla possibilità di avere in futuro dei vaccini curativi anti cancro, Mantovani sottolinea che sono “almeno tre gli approcci da valutare, sempre grazie alla tecnologia dell’mRna. La prima. Identifico mutazioni del Dna del tumore, in un singolo paziente, e costruisco un vaccino capace di contrastare queste mutazioni. È una terapia super personalizzata”. La seconda? “Il problema, qui, è trovare un minimo comune denominatore, cioè mutazioni comuni in vari tipi di tumore e costruire un vaccino capace di intercettarle. È un approccio più ampio. E si sta sperimentando nel melanoma” dichiara, illustrando poi il terzo approccio: “È quello che sta più vicino al mio cuore. Si tratta di combinare varie terapie immunologiche e, per questi progetti di ricerca, che coinvolgono anche lo studio delle metastasi, abbiamo avuto finanziamenti della Fondazione Airc con i contributi del 5 per mille”.
(LaPresse)