Covid, durante la pandemia 8 ore al giorno davanti allo schermo per un ragazzo su 2

Troppo tempo davanti ad uno schermo per tanti bambini e ragazzi

Uno schermo (AP Photo/Antonio Calanni)

ROMA – Più connessi ma più isolati. Durante la pandemia emozioni negative per l’80% di bambini e adolescenti. E uno su 2 è davanti agli schermi per oltre 8 ore al giorno. Sono questi i risultati di un sondaggio condotto da Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Skuola.net sugli effetti della pandemia negli stili di vita e nel benessere psico-fisico di bambini e adolescenti. E’ aumentato a dismisura, soprattutto tra i più piccoli, il tempo trascorso davanti agli schermi, per molti unica ‘finestra sul mondo’. E, nonostante i device siano stati utilizzati soprattutto per restare in contatto con gli amici e con il mondo esterno, bambini e adolescenti si sono sentiti lo stesso isolati, stressati e tristi.

Questo in estrema sintesi il loro racconto dei mesi passati in ‘isolamento’, così come emerge da un sondaggio condotto da Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Skuola.net su un campione di 10 mila studenti – di cui 6.500 ragazzi tra 15 e 18 anni e 3.500 tra 9 e 14 anni – costituito per il 65% da ragazze e per il 35% da ragazzi, rappresentativo di tutto il territorio nazionale. Obiettivo dell’indagine: indagare il rapporto con le nuove tecnologie in tempo di pandemia, ma anche far emergere dalla voce dei diretti interessati le emozioni e le abitudini di vita in questo periodo così particolare e provante.

Troppo tempo davanti ad uno schermo per tanti bambini e ragazzi

Il sondaggio è stato condotto a marzo 2021 e i risultati sono stati messi a confronto con una ricerca analoga, condotta sempre da SIP, Polizia di Stato e Skuola.net a ottobre 2019 ossia prima che bambini e adolescenti italiani conoscessero la lunga fase di confinamento dovuta al virus SARS CoV-2, con la chiusura delle scuole, la didattica a distanza, il diradarsi delle relazioni sociali e delle occasioni di socialità.

I dati emersi consentono, quindi, di valutare quale è stato l’impatto della pandemia nella loro relazione con i media device e costituiscono, in qualche modo, il loro punto di vista dell’emergenza, la loro diretta esperienza.

(LaPresse)

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