SIENA – Da una parte Silvio Berlusconi e il pianista delle feste di Arcore Danilo Mariani, che affermano che quei soldi sono il frutto di un contratto di lavoro, regolarmente pagato. Dall’altra il pm di Siena, Valentina Magnini, che accusa l’ex premier e il musicista di uno scambio di denaro per pagare la falsa testimonianza di Mariani sul caso Olgettine.
Al centro gli assegni emessi da Berlusconi al musicista tra il 2011 e il 2013 per un importo totale di 170mila euro e il Tribunale di Siena che domani potrebbe emettere sentenza per il processo stralcio del Ruby Ter. Il condizionale è d’obbligo. L’ex premier è stato infatti ricoverato per accertamenti all’ospedale San Raffaele di Milano la notte tra il 10 e l’11 maggio. E proprio a causa del suo ricovero e del conseguente legittimo impedimento chiesto e ottenuto dai legali di Berlusconi, la sentenza è già slittata più volte.
L’udienza
L’udienza, come al solito, si terrà a porte chiuse. Nel processo Silvio Berlusconi, 84 anni, è accusato di corruzione in atti giudiziari. Imputato con lui anche Danilo Mariani, il pianista delle feste di Arcore, chiamato a rispondere del reato di falsa testimonianza. Potrebbe essere l’atto conclusivo di questo primo grado di giudizio con il verdetto dei giudici, atteso ormai da un anno.
Ruby Ter
Berlusconi era stato rinviato a giudizio a Siena il 30 novembre 2017 dopo la decisione del gup di Milano, il 29 aprile 2016, di ‘spacchettare’ il cosiddetto procedimento Ruby ter per competenza territoriale in sette tribunali. Il pm senese, Valentina Magnini, ha già fatto le richieste il 13 febbraio dell’anno scorso: 4 anni e 2 mesi per Berlusconi, 4 anni e mezzo per Mariani. Al centro dell’inchiesta i bonifici, alcuni con causale e altri privi, fatti da Berlusconi a Mariani tra il 2011 e il 2013, per un importo complessivo di 170mila euro.
Soldi che, secondo l’accusa, sarebbero serviti a indurre Mariani a falsa testimonianza sul caso Olgettine, per la difesa (che ha chiesto assoluzione con formula piena) a pagare le prestazioni musicali del pianista. Con i suoi legali, il Cavaliere ha insistito a lungo sul desiderio di parlare ai giudici prima della sentenza per convincerli della sua innocenza. Visto il ricovero in ospedale dell’ex premier è fortemente in dubbio, se non quasi esclusa, la sua presenza in tribunale a Siena per domani, per poter spiegare la sua verità.
Il rinvio
Il primo rinvio della sentenza era avvenuto il 21 maggio 2020 per l’impedimento dei legali a raggiungere Siena a causa delle restrizioni imposte dal Covid agli spostamenti tra regioni; il secondo, l’1 ottobre a causa della positività al coronavirus di Berlusconi, con postumi che ancora farebbero sentire i loro effetti; il terzo, il 25 novembre alla luce della richiesta del leader di Forza Italia di deporre in aula; il quarto il 14 gennaio scorso per il ricovero dell’ex premier in una clinica in Provenza, dopo che si era sentito male a casa della figlia, nel Principato di Monaco. Anche il 22 marzo scorso Berlusconi era stato ricoverato al San Raffaele per un breve periodo a causa di un affaticamento: sentenza slittata. E il 6 aprile scorso l’affaticamento si è ripresentato e così il collegio giudicante ha fissato una nuova udienza il 15 aprile, rinviata per lo stesso motivo alla data del 22 aprile e, quindi, alla data di domani.
(LaPresse)