Due arresti per arsenale in masseria: un gip già accusato di corruzione e un caporale esercito

Due arresti dopo la scoperta di un arsenale in una masseria alla periferia di Andria (Bat), si tratta dell'ex gip del tribunale di Bari, 59 anni, già in carcere con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, e un caporal maggiore dell'esercito, 43, incensurato

Foto LaPresse/Marco Cantilw Aversa, 13/04/2017 Cronaca Incidente sul lavoro ad Aversa. Cadono due operai da un ponteggio. Uno muore, un altro ferito gravemente. Nella foto: la polizia e la municipale sul posto nel parco privato, dove all'interno in un condomini si stavano eseguendo dei lavori

BARI – Due arresti dopo la scoperta di un arsenale in una masseria alla periferia di Andria (Bat), lo scorso 29 aprile: si tratta dell’ex gip del tribunale di Bari, 59 anni, già in carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, e un caporal maggiore dell’esercito, 43, incensurato.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dagli agenti della Mobile di Bari questo pomeriggio. Gli indagati sono accusati a vario titolo – di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, e relativo munizionamento e di ricettazione.

Le indagini avviate nel novembre scorso dalla Direzione distrettuale di Bari hanno inizialmente riguardato il 43enne dell’Esercito italiano, ritenuto in collegamento con alcuni trafficanti d’armi dell’area metropolitana barese. E’ emerso che frequentava abitualmente il 59enne, all’epoca dei fatti giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari, arrestato il 24 aprile scorso nell’inchiesta su provvedimenti di attenuazione delle misure cautelari in favore di indagati anche per mafia, dietro pagamento di somme di denaro.

A seguito del coinvolgimento del magistrato, l’indagine è stata trasferita, per competenza funzionale alla Procura della Repubblica di Lecce, che ha proseguito gli accertamenti.

Tra i gravi indizi di colpevolezza, diverse intercettazioni. “L’attività tecnica ha rivelato che i due, nel corso dei loro incontri, discutevano sovente di armi, di come procacciarsele e di come occultarle una volta ottenute”, spiegano gli investigatori in una nota.

L’attenzione degli investigatori, già dai primi mesi dell’anno, è stata rivolta, alla ricerca del nascondiglio delle armi ed è in questo contesto che è emersa la figura di un imprenditore agricolo andriese, 55 anni, arrestato all’indomani della scoperta dell’arsenale. Al telefono gli indagati parlavano di ‘pozzo’.

Le armi sono state trovate nella dependance della masseria in agro di Andria, in un pozzo sottostante un deposito degli attrezzi, protetto da una pesante botola di ferro e cemento nascosta sotto arredi da cucina. Sotto sequestro: più di 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette comunemente usate dalla criminalità organizzata in agguati armati (tra gli altri, 2 kalashnikov, 2 fucili d’assalto AR15, 6 mitragliatrici pesanti Beretta MG 42, 10 MAB, 3 mitragliette UZI), armi antiche e storiche, pistole di vario tipo e marca, esplosivi, bombe a mano ed una mina anticarro, oltre a circa 100.000 munizioni di vario calibro.

Sono in corso i laboriosi accertamenti balistici e documentali volti a scoprirne origine e natura.

(LaPresse)

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