ROMA – In occasione della tradizionale festività buddhista del Vesak, festività in cui la comunità buddhista celebra la nascita, l’illuminazione e il trapasso del Buddha, l’Unione Buddhista Italiana ha organizzato la tavola rotonda “Impermanenza. La crisi dell’essere, la fragilità del Pianeta” per riflettere su un nuovo modello di cultura della sostenibilità.
Per l’occasione è intervenuto Richard Gere, grande attivista per i diritti e Presidente dell’International Campaign for Tibet, che ha sottolineato come “Tutto nel mondo è interconnesso e dobbiamo prendere questa cosa molto seriamente. Ogni volta che vedo una foto della Terra da lontano penso ai problemi che ci circondano e a tutte le questioni costanti che sembrano piccolissime, se misurate con un universo di interconnessione.
Le forze dell’universo sono più forti delle forze umane. Dobbiamo pensare più in grande e abbracciare in modo genuino tutto lavorando su noi stessi, insieme. Così facendo potremo avere un impatto meraviglioso su questa navicella in cui viviamo. Ciò che ha importanza è che siamo qui gli uni per gli altri, gli uni con gli altri. È molto importante coltivare una risposta buddhista alla crisi ecologica.
Mi ritrovo molto negli obiettivi del One Earth Sangha che seguono tre traiettorie: un lavoro di advocacy e sostegno alla crisi ecologica, l’educazione e la collaborazione che sono radicate nella pratica buddhista per promuove opportunità educative, e in ultimo l’ecodharma. Nell’imminente futuro dobbiamo impegnarci nelle azioni ecobuddhiste, proteggendoci gli uni con gli altri, ed essendo luce gli uni per gli altri”. Richard Gere nel suo intervento ha evidenziato e ringraziato l’Unione Buddhista Italiana per il supporto a progetti legati all’ambiente e alla società e per l’impegno nel coltivare relazioni istituzionali anche a livello europeo.(LaPresse)