ROMA – “Sto dicendo che la linea di Draghi – pragmatica, riformista, in antitesi a populismo e sovranismo – deve trovare chi la interpreti dopo la fine dell’attuale governo, altrimenti tornerà tutto come prima. È un po’ quello che stiamo facendo con Azione nella battaglia di Roma: mettere insieme intorno a un progetto tutti quelli che condividono la stessa visione per arrivare a un punto di caduta più ampio della somma dei movimenti politici. Solo così si recupera rappresentanza. Guardi la Meloni: partiva dal 2% ed è arrivata al 20”. Così a La Repubblica Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco a Roma.
“L’idea è quella di costruire un fronte repubblicano che riunisca il Pd, i centristi di Fi ostili alla Lega e una forza liberaldemocratica, che va aggregata, formata da Azione, +Europa e Italia Viva. In aggiunta ai Verdi rifondati da Sala e Muroni. Insieme potremo andare casa per casa a riprenderci i voti finiti ai sovranisti e ai populisti – ha spiegato – Interlocutori? Intanto Mara Carfagna, che sa interpretare al meglio un partito popolare moderno ed europeista. Fa ridere che in Europa Lega e Fi siano uno all’opposizione dell’altro mentre in Italia vanno a braccetto, con Tajani che quando sta qui fa il leghista e quando è oltreconfine tuona contro i sovranisti. Noi abbiamo bisogno di un partito popolare forte, la pluralità di voci è importante che rimanga”.
(LaPresse)