NAPOLI – La prossima settimana, il centrodestra dovrebbe definitivamente sciogliere il nodo candidature. A Napoli si va verso l’ufficializzazione dell’appoggio a Maresca, mentre a Caserta si aspetta che il capogruppo leghista Gianpiero Zinzi confermi, o meno, la propria disponibilità a candidarsi. A dirlo a Cronache è il deputato di Fdi Giovanni Donzelli (nella foto).
A Napoli il centrodestra ha individuato come proprio candidato a sindaco Maresca, ma ancora manca l’ufficialità, perché?
Quello portato avanti da Maresca è sicuramente un percorso interessante, noi abbiamo anche proposto altre candidatura. Ora Maresca ci spiegherà il suo progetto civico, le proposte per Napoli e vedremo se sono compatibili con le nostre, se ci convince lo sosterremo, decideremo insieme agli alleati. Può essere che sia il candidato giusto.
Lega e Fi pronti a rinunciare al simbolo in nome del ‘civismo’, voi siete sempre intenzionati a non rinunciarci?
Assolutamente, Fdi sarà con il proprio simbolo.
La Lega, ancora poco radicata nel Mezzogiorno, può essere il tallone di Achille della coalizione a Napoli e nelle altre città al voto?
Non credo, non vedo problemi di radicamento al Sud, noi prenderemo buoni voti e anche gli alleati e proveremo a vincere in tutte le città.
A che punto siete rispetto alla scelta dei candidati sindaco a Caserta, Benevento e Salerno?
Ci vedremo la settimana prossima a livello nazionale per affrontare il nodo capoluoghi di regione e provincia, ma anche dei Comuni sopra i 15 mila abitanti come Afragola, sceglieremo insieme. Noi abbiamo fatto le nostre proposte, ma stiamo valutando anche quelle degli altri. C’è da capire, per esempio, se si conferma la disponibilità candidarsi di Zinzi a Caserta che è della Lega. Genericamente posso dire che Fdi è forte delle sue proposte e della sua classe dirigente.
Federazione del centrodestra, a qualcuno richiama l’esperienza passata del Popolo delle libertà, lei che idea si è fatto?
La Lega era fuori dal Popolo delle Libertà, adesso sarebbe il soggetto più importante di questa federazione. Guardiamo con attenzione e rispetto perché sono i nostri alleati. Crediamo alla loro necessità di rafforzarsi all’interno della maggioranza di governo perché altrimenti si rischia che la compagine di sinistra continui ad indirizzare con il ministro Speranza scelte sbagliate del governo Draghi. Se Lega e Fi e altri soggetti sentono l’esigenza di fare squadra va bene, noi siamo pronti a sostenere le proposte che saranno in linea con il programma del centrodestra.
Dietro l’idea di federarsi c’è anche l’intenzione di limitare il campo d’azione di Fdi e della Meloni che può avere i numeri per essere leader del centrodestra?
Non credo un’operazione così importante possa essere dettata da un timore, lo escludo. L’obiettivo che abbiamo tutti noi del centrodestra è quello di vincere le elezioni e governare bene. Poi saranno gli italiani a scegliere chi è la persona giusta e lo esprimeranno col proprio voto. Questa è un’interpretazione che dà il centrosinistra, che non si può dire unito, nel tentativo di dividerci, ma noi siamo molto tranquilli.
La presenza di Lega e Fi al governo incide sul vostro modo di fare opposizione rispetto al governo Conte due?
Sicuramente Draghi ascolta più di Conte. Per noi scegliere di non essere in maggioranza è stata una scelta naturale perché abbiamo idee e programmi incompatibili con quelli del Pd e dei 5 Stelle. Nel rispetto delle posizioni, il dialogo con Draghi, e ancora di più con i ministri del centrodestra, c’è ma noi portiamo avanti le nostre idee.