ROMA – “La proposta che ci sentiamo di avanzare, di fronte alle polemiche sorte attorno al Reddito di cittadinanza, è la seguente: in primo luogo occorre distinguere la Cassa integrazione dal Reddito di cittadinanza”. Lo dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail.
“Nel primo caso, con la Cig – spiega – ci troviamo con lavoratori occupati in attesa di rientrare in attività. Infatti, la principale caratteristica della Cassa integrazione è quella di mantenere il rapporto di lavoro”.
“Nel caso del Reddito di cittadinanza, si tratta di persone disoccupate – sottolinea Damiano – Abbiamo casi di rifiuto delle offerte di lavoro da parte di queste persone, come denunciano molti imprenditori del settore del turismo attualmente in forte ripresa. Perché mai, si dice, dovrebbero accettare un lavoro da 800-1.000 euro al mese quando ne percepiscono 780 senza colpo ferire? Il problema è che retribuzioni di quel genere contrattualmente non esistono, a meno che si parli di poche ore o di lavoro pagato al nero. La nostra proposta, invece, è quella di partire dalle paghe reali dei contratti di lavoro. Prendiamo ad esempio quello del settore del turismo.
Considerando paga base e contingenza i minimi sono: guardarobiere clienti, addetto stiratura e lavanderia, guardiano notturno, euro 1.366,84 lordi mensili (6^ livello); guardia giurata, barista, cameriere e cassiere da bar, euro 1.444,22 lordi mensili (5^ livello); pizzaiolo, gelatiere, cameriere, barman e gastronomo, 1.542,69 euro lordi mensili (4^ livello). L’orario settimanale è di 40 ore distribuito su 5 giornate e mezzo. Proposta: se un datore di lavoro assume full time un cittadino con reddito di cittadinanza e garantisce lo stipendio contrattuale può utilizzare una quota di reddito di cittadinanza (30-40%) come sconto per l’assunzione trasparente e a tempo pieno”.
(LaPresse)