MILANO – “Si può cambiare idea sulla Cina, anche se rivendico quanto fatto con la Via della seta”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Manlio Di Stefano, M5S, sottosegretario agli Esteri. Sui rapporti tra il nostro Paese e Pechino, spiega, “c’è un fraintendimento diffuso: nulla c’entra l’accordo promozionale della primavera 2019, noto come Via della seta, con quanto detto dal premier ora. Al G7 è stato avviato un percorso di riequilibrio dei rapporti con Pechino, in linea con l’azione di Ue e Usa, che condivido. Nel 2019 e nel giugno 2020, anno del Patto per l’export, con il governo Conte abbiamo tuttavia avuto idee giuste nei confronti della Cina. Rivendico ciò che anch’io dissi, e i dati mi danno ragione”.
Sulle accuse di eccessivo ‘aperturismo’, Di Stefano replica: “Io ho sempre sostenuto gli scambi multilaterali, ma le cose nel tempo possono cambiare. L’Italia non è supina a Pechino. Loro massimizzano l’export, con regole del gioco però che non sono le nostre. Basti pensare al rispetto dell’ambiente o al fatto che la Cina ostacola il libero ingresso di aziende straniere”. E sulle posizioni di Beppe Grillo, chiosa: “Grillo nel tempo ha avuto le sue idee, e le ha espresse anche quando il M5S faceva esattamente l’opposto”.
(LaPresse)