La bella stagione ‘chiama’ i clan, che con la lenta ripresa della normalità vogliono adeguarsi ai tempi. Con l’arrivo dell’estate, le strade della fascia costiera tornano a essere battute dai bagnanti. Gli arenili di Varcaturo e Licola, sul litorale domizio, sono già sold out da settimane, ma le presenze – statistiche alla mano – sono destinate ad aumentare col passare dei giorni. I picchi, com’è ovvio che sia, si registrano nei fine settimana. Ecco perché anche gli esponenti di malavita e dintorni sono tornati a bussare alle porte delle attività commerciali delle strade che portano al mare. Parliamo di negozi di piccolo cabotaggio: salumerie, outlet di abbigliamento, macellerie, tavole calde. Attività che a tutti gli effetti rappresentano il core business di una località di mare. Da una decina di giorni, gli esattori del clan avrebbero già fatto visita a diversi negozianti: vogliono la ‘rata’ dell’estate, il pizzo sul mare potremmo definirlo. Ma il racket non si manifesta soltanto sotto queste fattezze. I clan studiano mille modi per fare cassa. In tanti la interpretano come una tassa. Di fatto assomiglia più a un pizzo soft. Parliamo di furti in casa e della retta da conferire alla vigilanza privata che servirebbe a scongiurarli. Accade nelle ville in stile hoolywoodiano di Lago Patria dove alcuni residenti, particolarmente facoltosi, dopo un iniziale periodo di tranquillità all’interno delle loro ‘dimore’ o abitazioni in parchi residenziali, sono stati ‘visitati’ da qualche ladruncolo. I furti non avrebbero generato danni di consistente entità economica, giusto qualche problema dovuto all’effrazione. Il giorno dopo un furto, quando ci si sente violati, vulnerabili, una qualunque voce che getta un salvagente diventa oro. Ed è su questo meccanismo psicologico che molti residenti (anche della vicina Villaricca e di Qualiano), hanno scelto di tassarsi mensilmente assoldando la vigilanza privata. “Per stare tranquilli” raccontano. Ma quando gli animi si sono calmati, quando l’impeto emotivo dettato dalla paura è rientrato. Quando si è più lucidi nell’interpretare la realtà, ecco che sorgono i dubbi. “Abbiamo scelto di pagare – afferma un professionista di Villaricca – per stare tranquilli. Ma la eccessiva tempestività tra il colpo e l’offerta di ‘protezione’ mi lascia qualche dubbio”. Un altro residente va oltre: “Mi hanno prima chiesto se volevo protezione, io risposi di non aver avuto mai alcun problema… nel giro di due giorni vennero i ladri. Quindi mi offrirono di nuovo la vigilanza e, mio malgrado, accettai”. Da qui l’ipotesi inquietante su tanti furti in casa che potrebbero essere simulati solo per dimostrare la ‘permeabilità’ delle case. Quindi sedicenti agenzie di vigilanza affermano di essere state informate della vicenda e propongono una ‘protezione’. Un servizio utile, certo. Ma il pizzo soft si impone anche così.
La bella stagione ‘chiama’ i clan: le attività nel mirino del racket
Il turismo favorisce gli affari delle cosche, gli esattori in azione lungo le strade che portano al mare