Qualità della vita, Napoli bocciata. E’ tra le città meno adatte ai bimbi

Il nostro capoluogo è al 100esimo posto dell’annuale classifica che monitora la vivibilità in Italia. Nesci (Pianoterra): dato sconcertante

NAPOLI – La qualità della vita a Napoli continua a calare a picco di anno dopo anno. Secondo l’annuale classifica stilata dal Sole 24 Ore che valuta, tenendo conto di una serie di parametri, come si vive in ogni città italiana, il capoluogo partenopeo si piazza anche quest’anno agli ultimi posti. Ma c’è una novità: la classifica del 2021 tiene conto anche della fascia d’età, ed è qui che il dato che ci riguarda si fa ancor più amaro. Su 107 città italiane, Napoli risulta infatti 100esima per quel che riguarda la qualità della vita delle persone dai 0 ai 10 anni: in poche parole, una città infernale per i bambini.

Andando di più nel dettaglio, Napoli è ultima per l’indice che riguarda gli spazi abitativi, 101esima per i posti liberi negli asili nidi, 103esima per l’accessibilità alle scuole, 99esima per quel che riguarda la presenza a scuola di palestre o piscine, 75esima per i giardini scolastici e 104esima per il verde attrezzato. “Dati sconcertanti che fanno toccare con mano quanto le famiglie vengano abbandonate. Una realtà che viviamo tutti i giorni e di cui dobbiamo farcene carico. Le politiche di contrasto alla povertà, così come quelle per l’inserimento sociale, sono un fondamento in tutti i campi. Bisogna investire sulla scuola per assicurare lo sviluppo economico, cambiare il paradigma”, afferma Ciro Nesci, presidente di Pianoterra Onlus e conduttore del programma ‘Punto Luce Sanità’ di Save The Children. Un commento che centra il punto: la qualità della vita di un bambino ha a che fare, naturalmente, con l’ambiente nel quale cresce. Le conseguenze di questo quadro che abbiamo sotto gli occhi ci parlano quindi di povertà educativa: quartieri come la Sanità registrano oggi un livello di evasione scolastica in costante in crescita. “In certe zone di Napoli mancano i nidi: la mancanza di strutture in cui il minore può formarsi è fortemente correlata all’evasione scolastica. Spazi vitali che, insieme ad altri elementi che vengono meno, generano conseguenze disastrose”, conclude Nesci. Arianna Russo, sociologa e psicoterapeuta, lavora al fianco delle mamme nell’ambito del programma ‘Mille Giorni’ di Pianoterra di cui è coordinatrice. Un progetto che segue le donne dal concepimento del bambino fino al compimento del suo terzo anno d’età, fornendo sostegno emotivo, psicologico, pratico alle famiglie. Così commenta il dato che vede Napoli agli ultimi posti per lo stile di vita dei bambini fino ai 10 anni: “E’ frustrante, tenendo conto del lavoro che tutti i giorni facciamo. La pandemia ha accentuato tutto questo, con i pediatri diventati operatori di frontiera, e impegnati a gestire le questioni legate alla pandemia. I loro studi sono stati depauperati di quel che riguarda l’assistenza alla famiglia”. Parliamo quindi di prestazioni cancellate e ricalendarizzate, ambulatori ospedalieri messi in stallo dal virus. Ma anche Arianna torna sull’emergenza povertà educativa: “Abbiamo inviato nelle case pacchi con fogli e pastelli per tantissime famiglie prive dei più basilari strumenti educativi. Il nostro lavoro non è mai stato difficile come durante la pandemia: ogni telefonata rappresentava un trauma”, conclude.
+

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome