ROMA – “Chiedo che adesso, più che mai, serva la massima collaborazione, è necessaria per limitare i danni e controllare la circolazione del virus, che oggi avviene soprattutto in fascia giovanile. Inoltre, se una persona consapevole di essere positiva omette di dichiarare le attività che ha svolto nei giorni precedenti, commette un reato penale. Spero che i ragazzi se ne rendano conto: il contact tracing serve a frenare l’epidemia”. Così a La Repubblica l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
“Non esistono delatori in tempo di pandemia. I nostri non stanno lì a controllare nessuno, stanno solo facendo un grande lavoro per cercare di arginare la diffusione del virus – ha aggiunto – Comprendo il punto di vista dei ragazzi: pensano che tanto non gli succederà niente e non vogliono passare 14 giorni in quarantena, ma è un errore, perché così si compromette il blocco della catena di trasmissione. E rischiano di colpire gli adulti e gli anziani ancora non vaccinati. Siamo ancora in tempo, ma ce ne resta poco: adesso è fondamentale collaborare con le attività di tracing e completare il ciclo vaccinale. E lo possiamo fare solo adesso, perché non c’è pressione ospedaliera”.
“Abbiamo visto stadi controllati con disciplina ferrea e contingentamento, e al contempo situazioni di assembramento incontrollate. In pandemia esistono regole chiare: a ogni azione corrisponde una reazione. Abbiamo abbassato la guardia e questo ha portato a un aumento di casi, che ci aspettiamo che prosegua. È la conseguenza delle azioni messe in campo”, ha concluso D’Amato.
(LaPresse)