Mafia, blitz a Palermo: i Greco volevano tornare a comandare tutta la città

Un ritorno all'antico che inizia proprio dal nome del mandamento tornato ad essere di Ciaculli

Operazione della Polizia (Foto LaPresse/ufficio stampa polizia)

PALERMO – Le indagini di carabinieri e polizia che hanno portato questa notte al doppio blitz contro le famiglie mafiose della zona Sud di Palermo hanno accertato un movimento molto importante nello scacchiere mafioso palermitano, ovvero lo spostamento del baricentro di influenza del mandamento di Brancaccio verso la famiglia mafiosa di Ciaculli, governata dai Greco, che, dopo gli eventi della seconda guerra di mafia, forte della sua eredità storica assicurata dalla parentela con il “papa” e della ritrovata autorevolezza dei vertici del mandamento, punta a riacquisire l’egemonia sul territorio palermitano, come evidenziato del tentativo di ricostituzione della commissione provinciale di cosa nostra. Un ritorno all’antico che inizia proprio dal nome del mandamento tornato ad essere di Ciaculli che al suo interno ha le famiglie di Brancaccio, corso Dei Mille e Roccella.

Nel doppio blitz di questa notte che ha portato al fermo di 16 indagati su richiesta dei magistrati della Dda di Palermo, gli investigatori della squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti hanno eseguito 13 fermi nei confronti degli stati maggiori delle famiglie di Brancaccio e Roccella. Sono stati individuati capi e gregari delle due famiglie mafiose e ricostruite le loro responsabilità in ordine a più di 50 episodi estorsivi in danno di quasi altrettanti operatori economici. Le indagini della squadra mobile hanno restituito il quadro di una porzione di territorio fortemente condizionata dalla presenza di cosa nostra, dove gli stessi imprenditori o commercianti, prima di avviare le loro attività, avvertono la necessità di “essere autorizzati” dal referente mafioso della zona.

(LaPresse)

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