Per la Dda la sua è stata una “scarcerazione eccellente” che potrebbe aver rotto gli equilibri e generato un inasprimento dello scontro. Parliamo del ritorno in libertà di Marco De Micco che ha generato un contraccolpo negli assetti criminali di Ponticelli. Tornato libero proprio quando nell’ex regno de si stava combattendo una guerra. Il quartiere di Ponticelli è attraversato dalle tensioni generate dal gruppo dei De Martino che hanno aggredito preventivamente. Come fattore di coagulazione e rafforzamento De Micco è uno dei soggetti che resta sotto osservazione. Numeri alla mano la guerra di Ponticelli ha generato almeno sei feriti e un morto ammazzato, oltre agli ordigni e agli avvertimenti col piombo. Va avanti dallo scorso settembre a causa di attriti nati dalle cosiddette ‘mesate’, ovvero i soldi destinati ai carcerati che i De Martino non percepivano più. Questi ultimi chiesero un summit che ebbe luogo, sembrava una questione risolta, ma i soldi non arrivarono. Questo generò una reazione. I De Martino raccolsero soldi attraverso le piazze di spaccio e con le estorsioni. Il problema fu che non chiesero l’autorizzazione dei De Luca Bossa. La risposta fu immediata e arrivò alla maniera di Ponticelli: col piombo. Iniziò a scorrere il sangue con alcuni botta e risposta. Poi sono arrivati gli ordigni. Il primo in via Crisconio, piazzato all’interno di alcuni cassonetti dell’immondizia. Trascorsi alcuni mesi ci sono state le bombe in via Luigi Volpicella, al rione Fiat e in via Guido Della Valle, fino a quella in via Esopo, quella più potente, che avrebbe potuto uccidere le persone presenti nel raggio di dieci metri. Fortuna che non ce ne fossero. Senza contare le stese e le ‘scese’, ovvero le ronde armata. Le bombe e gli spari non si sentono più da settimane, ma è solo questione di affari. Perché quando le forze dell’ordine tengono sotto osservazione un territorio, allora gli affari sporchi si fermano. Inevitabilmente. Tuttavia investigatori dislocati sul territorio hanno parlato di movimenti inequivocabili, di vere e proprie ronde armate che continuano a girare per il quartiere. Sei da una parte i De Luca Bossa-Minichini e dall’altra i De Martino-De Micco sono arroccati nei rispettivi rioni, i gruppi di fuoco continuano a spostarsi per marcare i confini o far sentire la propria presenza. La guerra fredda dei clan si combatte anche così. Senza sparare. Senza far esplodere ordigni. Il sospetto è che la regia di queste sfilate in armi, possa essere proprio di Marco De Micco, ‘Bodo’ all’anagrafe di camorra. Segnali inequivocabili finalizzati a mostrare i muscoli e diretti a chi, nell’ex regno dei Sarno, vive proprio al De Gasperi. Addirittura Marco De Micco lì, nel rione De Gasperi, sarebbe stato avvistato a passeggiare insieme alla moglie.
Ci sono degli eventi che rappresentano dei punti di snodo, pietre miliari per poter comprendere e, a volte, persino prevedere quello che avverrà in futuro. Vale anche per la camorra e le sue storie. I punti fermi, le pietre miliari, sono per lo più gli omicidi. Per leggere quello che sta accadendo a Ponticelli non si può evitare di fare un salto indietro di qualche anno. Era il 2013 quando fu commesso un duplice omicidio. A morire sotto i colpi dei killer furono in due, Gennaro Castaldi e anche il 19enne Antonio Minichini. Il primo era nel mirino. Il secondo morì accidentalmente. Sta di fatto che si trattava del figlio di Anna De Luca Bossa e del boss Ciro Minichini, e quindi fratellastro di Michele Minichini. Era estraneo agli ‘affari di famiglia’ e morì perché si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato. Fu in quel momento che fu contratto un ‘debito di sangue’ con la cupola del Lotto O. A dover pagare quel debito dovevano essere i De Micco perché dietro quell’agguato c’era la loro firma. Quello che sta succedendo a Ponticelli è un’ulteriore emanazione dello scontro atavico tra Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella. Per la Dda la scarcerazione eccellente proprio del ras dei Bodo potrebbe aver rotto gli equilibri ed ha generato un inasprimento dello scontro e le ultime informative starebbero confermando il sospetto.
‘Scese’ nell’ex regno dei Sarno. C’è la regia del boss De Micco
L’ipotesi degli inquirenti dietro le ultime ronde armate nella zona