PALERMO – Ancora una strage di migranti nel canale di Sicilia: almeno 17 cittadini bengalesi sono annegati poco dopo essere partiti con una delle tante carrette del mare dalle coste del nord della Libia al confine con la Tunisia. L’imbarcazione con circa 400 persone a bordo era diretta in Sicilia. Nel naufragio, secondo quanto accertato dalla Mezzaluna Rossa sono coinvolti altri 366 migranti tratti in salvo dalle navi della guardia costiera libica. I sopravvissuti sono stati riportati in Tunisia a Zarzis. Fra i 400 migranti, oltre ai bengalesi, c’erano cittadini siriani, del Mali, Sudan ed Eritrea.
Una seconda tragedia è in corso al largo della Libia con cento migranti alla deriva su un gommone. L’allarme lo ha lanciato l’ong Alarm Phone con un tweet in cui confermava il contatto con 100 persone in pericolo con il motore in avaria e una ventina di persone cadute in mare. “Siamo riusciti a stabilire un contatto con le 100 persone alla deriva. Chiedono disperatamente di essere salvate. Chiediamo un salvataggio immediato e un posto sicuro” scrive Alarm Phone.
L’emergenza migranti non è solo in mare con le imbarcazioni a rischio di colare a picco. La tragedia a nord delle coste tunisine e la richiesta di aiuto del gommone in acque libiche riaccendono i riflettori sull’emergenza sbarchi in Italia ma anche in Spagna e Francia. A Lampedusa in 24 ore ci sono stati sette sbarchi, di cui tre arrivati direttamente sulle spiagge dell’isola. L’hotspot di contrada Imbriacola è tornato in sofferenza con oltre settecento ospiti a fronte di una capacità massima di 250. Altri sbarchi si sono registrati in Calabria a Roccella Jonica con 33 cittadini mediorientali salvati dalla guardia costiera nelle acque davanti al porto calabro. Le condizioni meteo favorevoli hanno consentito poi la ripresa dei flussi migratori dall’Algeria alla Sardegna. Una piccola imbarcazione con 6 migranti a bordo è a una ventina di miglia dall’isola del Toro davanti alle coste sud-occidentali della Sardegna. In serata il barchino sarà raggiunto da una motovedetta della guardia di finanza.
Accanto agli sbarchi i tentativi di raggiungere il territorio dell’Unione Europea avvengono anche via terra. Un gruppo di circa 230 migranti ha scalato ed oltrepassato la recinzione di confine alta sei metri che divide il territorio del Marocco dall’enclave spagnola di Melilla. Tre agenti della polizia spagnola e 18 migranti sono rimasti feriti. I migranti che sono riusciti ad entrare a Melilla sono stati accolti in un centro di emergenza e messi in quarantena per precauzione contro il Coronavirus. Anche la Francia continua ad essere meta per migranti e rifugiati: in sette sono stati scoperti dalla polizia stradale di Susa, nell’area metropolitana di Torino, all’interno di un tir fermo alla stazione sull’autostrada Torino-Bardonecchia. I profughi di origine iraniana volevano raggiungere la Francia all’interno del rimorchio, ma sono stati traditi dai rumori che hanno messo in allarme l’autista, in sosta a pochi chilometri dal casello che porta al Traforo del Frejus. L’autista ha chiamato la polizia che ha proceduto ad identificarli.
di Francesco Patanè