BOLOGNA – “Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità”. Quarantuno anni dopo l’esplosione della bomba alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980, che uccise 85 persone e ne ferì 200, il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riconsegna alla storia una pagina ancora complessa. “L’impegno di uomini dello Stato, sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i familiari delle vittime, ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba”, ha sottolineato il capo dello Stato, ricordando “la terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti”. I loro nomi, da qualche giorno, sono incisi su 85 sampietrini che dalla stazione portano in centro, dove oggi, a Palazzo D’Accursio, si è svolta la commemorazione a cui ha partecipato, in rappresentanza del governo, il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, definita da Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime, “un’ospite eccezionale e molto gradita, visto il contorno dei processi e delle indagini in corso”. “La mia presenza, oggi, vuole testimoniare la vicinanza dell’intero esecutivo e l’impegno, già assicurato di persona, di fare concretamente la nostra parte nell’offrire il sostegno necessario nel lavoro di accertamento delle responsabilità – ha detto Cartabia, che ha onorato chi quel giorno perse la vita citando Giuseppe Ungaretti. “Abbiamo bisogno di una macchina della giustizia che funzioni meglio, proprio per il bisogno di giustizia così bruciante, che non si seda neanche dopo 41 anni”. Nel corso della cerimonia, il ministro ha fatto sua la richiesta di chi, da tempo, domanda una piena attivazione della direttiva che favorisce il disvelamento dei documenti ancora coperti da segreto di Stato. “La polvere che avvolse Bologna e che, troppo a lungo, ha coperto molteplici responsabilità, si sta diradando – ha concluso -. Oggi si celebra il processo ai mandanti: di questo va dato merito alla tenacia dei familiari e all’impegno della Procura generale di Bologna e di tutti i magistrati”.
Presente anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che al termine del corteo, sottolineando l’importanza della presenza a quella cerimonia, ha voluto far sapere che i parlamentari pentastellati, compatti, esprimeranno il “sì alla fiducia” alla riforma della giustizia che porta proprio il nome di Cartabia. “Arriviamo a questo voto con la coscienza pulita: abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questi ultimi interventi in materia di giustizia, in un impianto complessivo che abbiamo costruito con Alfonso Bonafede. Crediamo di aver raggiunto e aggiunto significativi miglioramenti”. Conte ha spiegato la sua scelta di essere presente alla commemorazione dell’attentato che “non è stata solo una strage in sé, che ha provocato tante vittime, ma oggi, a distanza di 41 anni, è una strage che non ha ancora risposte”. “Ci tenevo a essere qui, oggi, in mezzo alla gente comune, perché è il giorno di una commemorazione importante, non solo per Bologna, ma per l’Italia intera, visto che questa è una ferita profonda che rimane, purtroppo, ancora aperta”, ha aggiunto l’ex premier.
di Giovanna Pavesi