Pugnalato uomo dei Mazzarella

Il 51enne si è recato al Vecchio Pellegrini con una ferita alla schiena

NAPOLI – Si è presentato all’ospedale Vecchio Pellegrini della Pignasecca con mezzi propri. Sanguinava e i medici si sono accorti che presentava una “ferita da arma da taglio” nella parte bassa della schiena. Inevitabile è stata la segnalazione alla polizia dell’evento. Quando gli agenti sono giunti sul posto hanno identificato il ferito per Luciano Cardone, 51 anni compiuti lo scorso 7 giugno, residente in via Benedetto Cairoli, nella zona del Borgo Sant’Antonio Abate, un volto noto alle forze dell’ordine e con condanne alle spalle, vicino al clan Mazzarella. L’uomo presentava un taglio alla schiena, tecnicamente al “dorso lombare destro” e gli agenti gli hanno chiesto come se lo fosse procurato. “Ho cercato di sedare una lite tra ragazzini via Foria” ha risposto. La versione dell’uomo è naturalmente al vaglio delle forze dell’ordine che hanno già iniziato a cercare riscontri. Le condizioni di Cardone non sono gravi e, secondo il personale sanitario, si rimetterà in una decina di giorni. Un volto noto, dicevamo. L’ultimo arresto risale all’inizio di agosto del 2020.

Gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato e quelli dell’Ufficio Prevenzione Generale, con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione crimine Campania, erano impegnati in un servizio straordinario di controllo del territorio nei pressi di piazza Garibaldi, piazza del Carmine e Porta Nolana. Nel corso dell’attività furono identificate 35 persone di cui 25 con precedenti di polizia e controllati 10 veicoli. In piazza del Carmine i poliziotti denunciarono un uomo sorpreso a svolgere l’attività di parcheggiatore abusivo e, contestualmente, gli notificarono un ordine di allontanamento. In quello stesso servizio di controllo fu eseguito un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla procura generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli nei confronti di Cardone. Doveva scontare 5 anni, 6 mesi e 18 giorni di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Non si trattava del primo arresto per Cardone che, nel 2016, fu arrestato da latitante in Olanda dopo una fuga durata circa tre anni. In quella circostanza i carabinieri della sezione catturandi stanarono Luciano Cardone all’interno dell’abitazione di alcuni pizzaioli napoletani ad Utrecht. Era stato condannato a 8 anni e 10 mesi di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata da finalità mafiose. Era destinatario di un ordine per la carcerazione, ma aveva fatto perdere le sue tracce dal febbraio 2013. Fu tradito dalla passione per il Napoli che fu espressa con un commento su un noto social network al termine di Fiorentina-Napoli. Quel post gli fu fatale: i militari dell’Arma in quel modo ebbero la conferma sul nascondiglio e fu predisposto un intervento che fu eseguito nel giro di poche ore. Cardone fu localizzato e arrestato a Utrecht da poliziotti dell’Interpol su indicazioni fornite dai carabinieri di Napoli, che da circa un anno conducevano indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. La caccia a Cardone fu condotta anche attraverso i profili social. Era così che comunicava, attraverso più profili fake, ma riscontri incrociati portarono in un’unica direzione.

Il post “fatale”, la prova del nove che confermò la riconducibilità al ricercato e alla sua posizione, fu quello sul pareggio in extremis del Napoli durante l’incontro con la Fiorentina, post che diede il via all’operazione finalizzata alla sua cattura. L’uomo fu preso e successivamente accompagnato in un istituto penitenziario olandese in attesa dell’estradizione. Prima ancora fu coinvolto nella maxioperazione Piazza Pulita che colpì i Giuliano e i Mazzarella. Anche il pentito Gennaro Lauro parlò di lui: “Riconosco nella foto Ciccio che si occupava di spaccio di fumo nello specifico in piazzetta Santi Apostoli. Tale piazza di fumo era gestita, se ben ricordo, da Luciano Cardone e Antonio, i quali assicuravano il pagamento di 2.500 euro mensili alla famiglia Mazzarella”.

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