ROMA – Brucia ancora il sud d’Italia. Il premier Mario Draghi ha telefonato al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, per esprimere la solidarietà e la concreta vicinanza del Governo alla città metropolitana e in particolare alle comunità colpite dai roghi che in questi giorni stanno martoriando l’Aspromonte e che ad oggi hanno già causato 4 vittime. Assicurando non solo la vicinanza dell’esecutivo ma anche che verrà messo in cantiere “un programma di ristori per le persone e le imprese colpite, insieme a un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio”.
Intanto già domani il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio sarà nella città dello Stretto per verificare sul campo la situazione e guidare personalmente il seguito delle operazioni. La situazione in Calabria rimane grave anche se nelle ultime 24 ore, gli incendi si sono ridotti di intensità grazie soprattutto all’intervento di soccorsi e squadre di vigili del fuoco da altre regioni; in Sicilia invece è stata ancora una notte senza tregua per il fuoco che ha devastato le Madonie.
Le fiamme ieri sera erano entrate nel centro abitato di Petralia Soprana, nella provincia di Palermo, attaccando parte del paese. Un bilancio di dieci persone lievemente intossicate e cento sfollati.
Il sindaco Pietro Macaluso sta facendo la conta dei danni. “Oltre a questo primo bilancio ci sono tre famiglie rimaste senza casa che hanno trovato alloggio in casa di parenti, dieci aziende agricole danneggiate e cento animali morti” ha detto il primo cittadino che ha poi aggiunto: “Ancora il territorio brucia ma la speranza è che il peggio sia passato. Non si capisce perché, ma le Madonie sono state colpite in modo chiaro”. Una vera e propria aggressione, l’ha definita il primo cittadino, di cui occorrerà capire le ragioni. Madonie sono sotto attacco da parte dei piromani, con un disegno ben preciso anche per il sindaco di Polizzi Generosa in provincia di Palermo Gandolfo Librizzi.
In Calabria la situazione è in lieve miglioramento
La regione ha chiesto ieri la dichiarazione dello stato di emergenza, e si trova ad affrontare, oggi, ancora 59 incendi, secondo i dati forniti dal presidente Nino Spirlì. Settanta le squadre di spegnimento sul campo con mezzi aerei operativi sul versante ionico. Anche in Aspromonte, dove le fiamme continuano a minacciare la foresta vetusta, la situazione, pur se grave, si presenta in miglioramento rispetto alle ultime 24 ore. Il santuario della Madonna di Polsi, vicino a San Luca, resta isolato.
Il rettore don Tonino Saraco è provato ma assicura che “la struttura al momento non corre pericoli ma è di fatto isolata per via dei violenti incendi che hanno causato l’interruzione in più punti dell’unica via proveniente da S. Luca, il centro abitato più vicino”. Questa mattina la messa è stata celebrata senza fedeli. E per la cerimonia di ferragosto, qualora la viabilità non dovesse essere stata ripristinata, ci si sta attrezzando per lo streaming.
Ieri le fiamme avevano causato due vittime nel reggino, lambito diverse case tanto da causare lo sfollamento, momentaneo, di alcune abitazioni. E anche a Catanzaro qualche famiglia residente nella zona nord del capoluogo di regione era stata costretta a lasciare la propria abitazione per qualche ora.
La fiamme, che non avevano dato tregua alla pineta di Siano, a due passi dalla città, avevano anche avvolto il carcere che ospita 600 reclusi: momenti di paura ma nessuna conseguenza grazie all’intervento della Polizia penitenziaria, intervenuta in forze anche con donne e uomini liberi dal servizio e richiamati dai riposi e dalle ferie, nonché con diverse unità eccezionalmente inviate dagli uffici del Provveditorato Regionale.(LaPresse)