CAGLIARI – Non solo pandemia. Nei tempi bui del covid, le scuole in Sardegna devono vedersela con problemi strutturali che rendono ancora più stretta la strada verso il ritorno all’agognata normalità.
Secondo i numeri ufficiali della regione, in 7 scuole su 10 manca il certificato di agibilità, il che significa che solo il 30% dei 1.749 istituti scolastici dell’isola ha le carte in regola per ospitare gli studenti. Ancora meno quelle che possono contare su piani di prevenzione incendi, una vera e propria rarità. Non solo: oltre il 50% degli edifici ha bisogno di opere di manutenzione, più della metà necessita di urgenti interventi di edilizia, e il 10% richiede una ristrutturazione totale per seri problemi agli intonaci, alle coperture o alle scale. L’86,17%, degli istituti è stato realizzato oltre 30 anni fa. Per quanto invece riguarda spazi sportivi e servizi mensa, solo il 29,5% degli edifici sardi ha una palestra e solo il 26,97% ha uno spazio mensa dedicato.
Un affresco che racconta una situazione di estrema fragilità e precarietà.
L’assessore regionale dell’Istruzione, Andrea Biancareddu, a dispetto dell’evidenza assicura che “l’edilizia scolastica rappresenta una priorità strategica per la regione Sardegna”, che punta a garantire “scuole più accoglienti e sicure che rappresentino un valido supporto per la didattica moderna”. E, per far fronte a quella che si configura come una vera e propria emergenza, annuncia la proroga al 2024 del piano triennale di edilizia scolastica 2021-2023 e lo stanziamento di 30 milioni e 700mila euro a favore degli enti locali e a beneficio di imprese e professionisti che lavorano sugli istituti scolastici. Soldi che, secondo l’assessore, saranno utili anche a promuovere politiche per la lotta alla dispersione scolastica, che nell’isola tocca l’incredibile percentuale del 23%, a fronte di una media nazionale del 14,5%. Anche lo Stato fa la sua parte, con un contributo di 9 milioni e 656mila euro dal decreto sostegni bis per assicurare l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza garantendo soldi per vaccinazioni, green pass, sanzioni, mascherine, ma anche per interventi a favore di studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali.
Intanto, il nuovo anno scolastico è alle porte nel pieno della quarta ondata della pandemia e si lavora per un trasporto scolastico in sicurezza. Il contributo della regione ai comuni della Sardegna per la gestione del servizio di trasporto scolastico passa da 4 a 6 milioni di euro. E mentre il Ctm, l’azienda di trasporto pubblico locale fa sapere di essere pronta a trasportare tutti gli studenti sardi, l’assessore regionale dei Trasporti, Giorgio Todde, assicura che “se la scuola dovesse riprendere al 100% in presenza, noi siamo pronti”, grazie alla cabina di regia permanente con prefetture, assessorato della Sanità e dirigenti scolastici, che monitora la situazione della pandemia per organizzare il trasporto degli studenti nel miglior modo possibile, studiare servizi aggiuntivi e intervenire laddove si registrino situazioni di criticità.
Ma le criticità peggiori, in Sardegna, risalgono a ben prima dell’era covid.
di Sara Panarelli