MILANO – ActionAid, in Afghanistan dal 2002, ha riaperto l’ufficio di Kabul ed è sul campo per portare aiuti immediati a 35mila persone.
Lontano dalle scene caotiche e terrificanti dell’aeroporto della capitale, la crisi umanitaria è in rapida evoluzione nelle strade delle città dell’Afghanistan. ActionAid sta verificando con il suo staff i bisogni più urgenti della popolazione a Mazar E Sharief, Herat e Kabul, dove migliaia di persone – tra cui bambini orfani – fuggite dalle tensioni nelle province circostanti, hanno un disperato bisogno di aiuti. Cibo, alloggi, acqua, servizi igienici sono le priorità da assicurare nei campi sovraffollati e negli insediamenti informali dove la gente è arrivata in cerca di sicurezza. Da ieri l’ufficio di Kabul di ActionAid ha riaperto con il suo staff in sede.
“Migliaia di famiglie fuggite dai loro villaggi, sono arrivate a Kabul, Mazar e Herat con nient’altro che i vestiti sulle spalle. Le donne incinte e le neomamme sono tra coloro che hanno più bisogno di aiuti”, ha detto Sudipta Kumar, direttore nazionale di ActionAid Afghanistan. “In un campo la nostra squadra di operatori umanitari ha saputo che circa 300 famiglie condividono un solo bagno – ha aggiunto – . Tende della capienza di 10 persone vengono usate in 50. Siamo profondamente preoccupati, senza un soccorso immediato le famiglie pressate nei campi sfollati sono ad alto rischio di contrarre il Covid-19, inoltre siamo di fronte all’aumento della malnutrizione e ad una probabile crisi alimentare che si aggraverà da qui ai prossimi giorni”.
In risposta alla crisi, ActionAid ha l’obiettivo di raggiungere 35.000 persone con interventi salvavita portando derrate alimentari, acqua potabile, servizi igienici e kit d’emergenza per l’igiene personale per donne e ragazze. L’organizzazione fornirà anche un supporto di consulenza psicosociale per le persone traumatizzate e sfollate nelle ultime settimane.
(LaPresse)