Afghanistan, finisce la guerra ma per Biden resta aperto il dossier

"Ora la nostra presenza ventennale in Afghanistan è finita", ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden".

(AP Photo/Evan Vucci)

WASHINGTON – “Ora la nostra presenza ventennale in Afghanistan è finita”, ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Dichiarazioni che non riflettono a pieno la realtà dei fatti: la fine della guerra lascia aperto il dossier Afghanistan e Biden deve ancora affrontare le sfide nate con il ritiro dell’esercito Usa. Tra queste, portare via almeno 200 statunitensi e migliaia di afghani lasciati nel Paese; ricollocare le decine di migliaia di rifugiati riusciti a scappare; affrontare l’imminente esame del Congresso sul fatto che l’amministrazione fosse impreparata al rapido collasso del Governo afghano. Sono almeno dieci anni che Biden chiede il ritiro delle forze in Afghanistan, tanto che il focus della politica estera americana si è spostato ora sui dossier Cina e Russia. L’evento, secondo gli analisti, potrebbe avere minato uno degli elementi della sua campagna elettorale: l’immagine di leader empatico, promotore di un’era di maggior collaborazione degli Usa con gli alleati, dopo l’America first di Donald Trump.

Voler mantenere il 31 agosto come termine della ritirata americana ha indisposto gli alleati, lasciati con poco tempo a disposizione per evacuare dal paese. Il leader conservatore tedesco Armin Laschet ha definito l’avvenimento, “La più grande disfatta subita dalla Nato dalla sua fondazione”.

Mentre negli Stati Uniti i parlamentari repubblicani hanno chiesto un’indagine sulla gestione dell’evacuazione e hanno attaccato Biden, i democratici hanno avanzato interrogazioni su cosa non abbia funzionato in questi ultimi mesi. Anche la reazione dei cittadini americani è stata contraria. Un sondaggio di Associated Press-NORC degli inizi di agosto riportava che sei statunitensi su dieci affermavano che non valesse la pena combattere in Afghanistan. Secondo un altro di ABC News/Ipsos del 27-28 agosto, dopo gli attacchi terroristici, sei su dieci hanno disapprovato la gestione del ritiro. Nell’ultimo, la maggior parte sosteneva che gli Usa dovessero rimanere finché tutti gli americani e i collaboratori fossero evacuati.

LaPresse

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