ROMA – Obbligo vaccinale e terza dose: Draghi dice sì, anche se gli esperti, in merito, non fanno fronte comune: da una parte Matteo Bassetti, Fabrizio Pregliasco e Massimo Galli si dicono d’accordo con il premier, dall’altra Andrea Crisanti appare quanto meno perplesso.
Bassetti d’accordo
“Sono d’accordo con la scelta del premier Draghi e del Governo di partire con la terza dose di vaccini” ha detto Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. E sull’obbligo vaccinale ha aggiunto: “E’ una scelta forte, ma dimostra che Draghi è la persona giusta, al posto giusto e nel momento giusto. Soprattutto, ha fatto capire a chi ancora non l’ha capito che si esce dalla pandemia con i vaccini. E’ un grande premier, sono con lui in questa battaglia”.
E sul green pass esteso il premier ha poi aggiunto: “Il ministro Speranza ed io ne stiamo parlando da un pò di tempo. L’orientamento è ‘sì’, verrà esteso. Faremo una cabina di regia come chiesto dal senatore Salvini. La direzione è quella”.
Pregliasco: “Scelta giusta”
Terza dose: il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano appare possibilista. “La situazione epidemiologica e le caratteristiche del vaccino anti-Covid – ha detto – ci portano a dover immaginare una terza dose e la possibilità dell’obbligo” per cui la decisione del premier Draghi “ci sta, ne sono contento e condivido – ha aggiunto – L’obbligo è necessario perché è una convenienza, un’opportunità, vista l’efficacia dimostrata e la quota bassa di eventi avversi che i vaccini stanno dimostrando. E’ un’utilità per il Servizio sanitario nazionale, per la riduzione dell’impatto sugli ospedali, per la possibilità di trattare le altre patologie che non sono andate in vacanza e, oltre tutto, per far riprendere l’economia”.
La solidarietà
Il premier va dunque per la sua strada, dimostrando solidarietà verso chi “è oggetto di odio da parte dei no vax. E’ una violenza odiosa e vigliacca nei confronti di persone in prima linea contro la pandemia e nei confronti di chi fa informazione. L’invito a vaccinarsi è un atto verso se stessi, è un atto di solidarietà e di protezione verso gli altri. Ho usato frasi più incisive in passato, ribadisco la necessità di farlo”.
Andreoni e Galli: “Sì all’obbligo vaccinale”
E il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, Massimo Andreoni ha commentato che, quella del premier, appare “una logica conclusione relativamente ad una serie di considerazioni che si possono fare oggi: l’epidemia sta continuando; la campagna vaccinale negli ultimi giorni ha subito un forte rallentamento, e anche l’Oms ci ha richiamato come Ue. Quindi il Governo, giustamente, è arrivato alla conclusione che per dare impulso alle vaccinazioni si deve ricorrere all’obbligo. C’è la necessità di avviare rapidamente la terza dose. Anche questa è una soluzione valida, anche in relazione ai dati che emergono dai Paesi che sono già partiti”.
Ad Andreoni fa eco Massimo Galli, docente di Malattie infettive all’università Statale e primario al Sacco di Milano appoggia la decisione del premier: “Se Draghi avrà la possibilità e la capacità di imporre l’obbligo vaccinale contro il Covid – ha detto – salirà ulteriormente nella mia stima. Non ci si diverte ad imporre l’obbligo, ma di fronte ad una situazione che ci vede costantemente impegnati nella lotta al virus diventa un elemento difficilmente eludibile”.
Crisanti controcorrente
Ma sull’obbligo vaccinale non appare sulla stessa lunghezza d’onda dei colleghi il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, Andrea Crisanti: “Mi lascia molte riserve – ha spiegato -. Da Israele arrivano dei dati che indicano come l’efficacia dei vaccini si riduca al 70%. Al momento sono preoccupato per questo. Questo annuncio è politico. I vaccini funzionano e hanno un rapporto costo-benefici indiscutibile, ma non vorrei che con i dati che arrivano da Israele questa scelta dell’obbligo si riveli un boomerang per i no vax che potranno dire che i vaccini non funzionano e quindi rifiutare l’obbligo”.
Speranza: “Norma già in essere”
Sull’obbligo vaccinale il ministro della Salute, Roberto Speranza ha chiarito che “nel nostro Paese è già disposto da una norma primaria per quanto riguarda il personale sanitario, quindi in realtà è già applicato ad un pezzo della nostra società. E’ una possibilità che resta potenzialmente a disposizione delle istituzioni, del Governo, del Parlamento”.