LISBONA – Jorge Sampaio, presidente del Portogallo per due mandati tra 1996 e 2006, socialista e tra i politici più influenti della sua generazione, è morto a 81 anni. Lo ha annunciato l’attuale presidente, Marcelo Rebelo de Sousa, senza precisare la causa del decesso. Il Paese rispetterà tre giorni di lutto nazionale da sabato. La salute di Sampaio era fragile da anni e nelle ultime due settimane il politico era ricoverato in ospedale. “Si era preparato per essere un combattente e le bandiere delle sue lotte erano libertà ed uguaglianza”, ha dichiarato Rebelo de Sousa, descrivendo il predecessore come un “uragano dai capelli rossi” quando negli anni ’60, giovane avvocato, si oppose alla dittatura. In seguito, nella lunga carriera politica Sampaio è stato anche segretario generale del Partito socialista, sindaco di Lisbona, diplomatico alle Nazioni unite. Nel suo Paese, Sampaio è probabilmente ricordato soprattutto per aver fatto cadere un governo di centrodestra nel 2004, quando era capo dello Stato. Accadde quando il leader del Partito socialdemocratico Jose Manuel Barroso lasciò la carica di primo ministro per diventare presidente della Commissione europea, fu sostituito dal vicepresidente del suo partito, Pedro Santana Lopes. Dopo diversi mesi di lotte interne al governo e contraddizioni, Sampaio indisse elezioni anticipate per porre fine a quella che definì “una grave crisi di credibilità e instabilità”. Le successive elezioni consegnarono una vittoria schiacciante al Partito socialista. Il primo ministro Antonio Costa ha elogiato Sampaio: “Ci inchiniamo davanti alla memoria di un uomo che ha sempre lottato per la libertà, per la democrazia e la cui rettitudine morale ha dato lustro alla vita politica del nostro Paese”.
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