ROMA – “Questo decreto è per continuare ad aprire”. Mario Draghi tira dritto. Come annunciato, il Governo estende l’obbligo del Green pass: dal 15 ottobre servirà a tutti i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche e del settore privato. Senza non si potrà avere accesso ai posti di lavoro. Il provvedimento incassa l’ok di tutti i ministri, compreso quello della delegazione leghista, nonostante i continui distinguo arrivati da Matteo Salvini negli ultimi giorni.
“Questo provvedimento ha un ampio consenso, lo si è visto nella cabina di regia, nella conferenza unificata, ed è stato votato all’unanimità in Consiglio dei ministri – riassume Maria Stella Gelmini – Mi sembra che il presidente Draghi sia riuscito a fare una sintesi delle diverse sensibilità”.
Resta il no ai tamponi gratis per tutti – lo saranno solo per i fragili e chi è esente dalla vaccinazione – chiesto dal Carroccio, ma Giancarlo Giorgetti porta a casa prezzi calmierati per i test antigenici rapidi, anche in farmacia, per i lavoratori (costeranno 8 euro per gli under 18 e 15 per tutti gli altri, fino al 31 dicembre quando è fissata la scadenza dello stato di emergenza).
Come per la scuola, i lavoratori sprovvisti di Green pass verranno sospesi dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, mentre sono previste sanzioni da 600 a 1500 euro per i lavoratori e da 400 a 1000 euro per i datori di lavoro, cui toccherà far rispettare le disposizioni, ‘beccati’ a eludere i controlli. Nessuno, in ogni caso, potrà perdere il proprio posto di lavoro. “Le sanzioni legate al mancato utilizzo del Green pass non devono in alcun modo essere agganciate o agganciabili a un percorso che porti al licenziamento”, mette in chiaro Andrea Orlando.
L’obbligo, poi, sarà valido anche per tutti gli organismi eletti, mentre si applica l’autodichia per quel che riguarda gli organi costituzionali: nel Decreto si invitano cioè Quirinale, Camera, Senato e Corte Costituzionale ad adeguare il proprio ordinamento alle nuove disposizioni. Botta e risposta, sia nel corso della riunione della cabina di regia che in Cdm, tra Dario Franceschini e Roberto Speranza sulla possibilità di aumentare la capienza massima di cinema, teatri e palazzetti sportivi.
Il ministro per i Beni culturali rinnova la richiesta di allentare ulteriormente le restrizioni dato l’utilizzo della certificazione verde, ma il titolare della Salute – che pure si dice in “piena sintonia” con il collega – replica che bisogna aspettare “qualche settimana e vedere come il Paese regge all’apertura della scuola”. Draghi condivide e alla fine nel decreto si mette nero su bianco la disponibilità del Governo a riesaminare le misure di distanziamento e valutare l’aumento della capienza (e l’apertura delle discoteche, come chiesto da Giorgetti) dopo il parere del Cts che si esprimerà entro il 30 settembre.
Dovrà essere affrontata in precise linee guida affidate a Brunetta e Orlando, e poi controfirmate da Draghi, la disciplina dell’obbligo del Green pass per chi è in smartworking. Il ministro della Pa, comunque, ribadisce la linea: “Con questo provvedimento – sottolinea – riapriranno le nostre città perché’ ci sarà’ una riapertura in presenza, nel privato come nel pubblico, e questo è il più grande contributo alla crescita”.
Cambia, infine, come richiesto dalla Lega e dalle Regioni la validità dei tamponi molecolari. “Il governo – spiega Speranza – ha già dato parere favorevole a un emendamento al provvedimento in esame alla Camera che prevede 72 ore della vigenza dei green pass con test molecolari, per i test antigenici resta a 48 ore”.(LaPresse)