Clima, Fico: “Usare le potenzialità dell’innovazione tecnologica ma in modo oculato”

"Dobbiamo utilizzare tutte le potenzialità dell'innovazione tecnologica ma in modo oculato, senza trascurarne l'impronta ecologica, anche per creare posti di lavoro sostenibili e duraturi. Ciascun Paese deve fare la sua parte per raggiungere questi obiettivi comuni".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Dobbiamo utilizzare tutte le potenzialità dell’innovazione tecnologica ma in modo oculato, senza trascurarne l’impronta ecologica, anche per creare posti di lavoro sostenibili e duraturi. Ciascun Paese deve fare la sua parte per raggiungere questi obiettivi comuni. L’Italia è pienamente impegnata in questo sforzo: nei prossimi anni saremo chiamati all’attuazione del grande piano di investimenti lanciato dall’Unione europea nell’ambito dell’iniziativa Next Generation Eu, dotata di ben 750 miliardi di stanziamenti. In base ad essa ogni Stato deve destinare almeno il 37% della dotazione complessiva ad esso assegnata alla transizione verde: l’Italia nel suo Piano nazionale ha destinato il 40% delle risorse ad essa assegnate a questo obiettivo”.

“Non si può vincere la battaglia per fermare il cambiamento climatico con interventi settoriali e occasionali: occorre invece proseguire senza esitazioni nella transizione verso un modello sostenibile. Questa è l’unica via per garantire un benessere durevole ed equo alle prossime generazioni. E lo dobbiamo e possiamo fare solo guardando al problema in una dimensione davvero globale, in cui vi sia un effettivo coordinamento fra gli sforzi adottati nelle diverse parti del mondo”. Così il presidente della Camera, Roberto Fico, alla cerimonia di apertura della Pre-Cop26 di Roma, che si svolge a Montecitorio.

“Si tratta di un obiettivo di straordinaria complessità, considerando quanto diversi sono i sistemi produttivi, le condizioni sociali, i gradi di sviluppo dei Paesi che hanno aderito all’Accordo di Parigi – aggiunge -. Ma è una sfida che dobbiamo raccogliere insieme rafforzando le sedi di negoziato multilaterale, gli strumenti di finanziamento delle misure ambientali, le forme di integrazione fra le diverse politiche che incidono in questo ambito”.  “Siamo di fronte a scelte non rinviabili. Scelte che possono comportare a breve termine costi economici o sociali, tuttavia ampiamente inferiori ai benefici derivanti dal passaggio ad un modello di sviluppo sostenibile. Come ha detto qualche giorno fa il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ‘il mondo è su un percorso catastrofico verso 2,7 gradi di riscaldamento globale’. Se non invertiremo questo percorso non comprometteremo soltanto l’ambiente del nostro pianeta, ma mineremo i fondamenti stessi dei nostri stessi sistemi democratici”.

LaPresse

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