NAPOLI – Riaprire il Comune subito, ma anche Città metropolitana. Gaetano Manfredi da quando ha vinto le elezioni ha chiarito a tutti una necessità: sui tempi non si scherza. E allora, dopo aver dichiarato che intende varare la giunta quanto prima e far ripartire la macchina di Palazzo San Giacomo, sembra intenzionato a fare lo stesso con Palazzo Matteotti. Lì, però, c’è un passaggio elettorale di cui tenere conto. Il Consiglio non ha effettuato le surroghe a fine ottobre e nessuno degli esponenti napoletani che avevano conquistato un posto a Santa Maria la Nova è stato rieletto. A lasciare in contemporanea, di fatto, le due assemblee sono stati Elpidio Capasso, Elena Coccia, Andrea Santoro, Salvatore Pace, Alessia Quaglietta e Carmine Sgambati, oltre al sindaco Luigi De Magistris che sarà subito surrogato dal suo successore. In carica sono rimasti solo 12 consiglieri, con un numero legale fissato a quota 13. Nasce, quindi, un evidente problema di agibilità politica anche per l’ordinaria amministrazione, visto che solo con la presenza di Manfredi e nessun forfait si potrebbe in maniera stropicciata convocare l’assemblea e procedere a surroghe con consiglieri che resterebbero in carica, di fatto, per una sola seduta. Qualora se ne presentasse la necessità, per approvare qualche provvedimento urgente, Manfredi lo farà, ma il diktat è diventato: elezioni subito. Probabilmente entro la fine dell’anno, con una data da prevedere nel mese di dicembre, rispettando così i tempi tecnici per far svolgere quelle che sono elezioni di secondo livello, ovvero che vedono protagonisti alle urne soltanto consiglieri già in carica nei comuni dell’area metropolitana di Napoli. E sarà interessante capire come Manfredi intenderà gestire l’Ente, se la strategia sarà in continuità con quella di Luigi De Magistris, che non poteva avere una maggioranza politica visto che il suo movimento, di fatto, esisteva soltanto nel capoluogo, oppure proverà a costruire una coalizione forte, capace di conquistare la maggioranza, dando all’aula di Santa Maria la Nova un assetto più classico. Di sicuro la sfida sul futuro di Città metropolitana è determinante per il nuovo sindaco di Napoli. Quello intermedio è l’unico Ente con i conti in attivo, ha grande possibilità di spesa, in questi anni ha finanziato progetti di riqualificazione di strade e scuole di notevole importo e può avere un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse che la città potrà intercettare con il Pnrr. Anche per questo è urgente dotare l’amministrazione di tutte le sue funzioni, compreso il Consiglio. Manfredi spinge col piede sull’acceleratore ed entro la fine dell’anno per gli eletti a Napoli e non solo ci sarà ancora da pensare a urne e calcoli di attribuzione seggi.
Napoli. Città metropolitana, Manfredi vuole il voto entro fine anno
In Consiglio sono rimasti in 12, sarà sprint per le elezioni