Oggi nuova udienza fiume del processo nei confronti del pediatra di Macerata Campania, il dottor Eugenio De Felice accusato di omicidio colposo che si sta celebrando dinanzi al Tribunale sammaritano, il presidente Marco Discepolo della seconda sezione penale. La volta scorsa, durante il suo interrogatorio, il sanitario non riconobbe alcuna sua responsabilità nella morte della piccola Chiara Mirto, la bambina di 4 anni, sempre di Macerata Campania, frazione Caturano, che mori all’ospedale civile, pronto soccorso pediatrico, di Caserta nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2015 per una fulminante miocardite cardiaca.
Dopo due anni di complessa istruttoria dibattimentale il giudice ha dato la parola alle parti per le loro conclusioni. Per primo ha parlato il pubblico ministero Nicola Camerlingo, e poi a seguire il difensore della parte civile l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo ed infine ha concluso l’avvocato Giuseppe Basile, difensore dell’imputato.
Il pm di udienza, durante la sua requisitoria, ha concluso per una richiesta di assoluzione per insufficienza della prova penaledi De Felice, in quanto mancherebbe appunto la prova della colpevolezza del sanitario imputato stante il contrasto tra le diverse tesi scientifiche portate dai consulenti medici legali ( della Procura, della parte civile e della difesa ) che sono stati sentiti in questo processo ovvero il dottor Luca Lepore, i prof Claudio Buccelli, Luigi Palmieri e Antonio Cavezza.
In buona sostanza l’imputato, secondo il PM, sarebbe incorso in una colpa lieve e non in una colpa grave come prevede la recente Legge Gelli Bianco in materia di responsabilità medica in relazione alle visite effettuate alla piccola Chiara Mirto dal sanitario in data 27 febbraio 2015 e 2 marzo 2015.
Di diverso avviso il difensore della parte civile, Mirto Antonio, l’avvocato Crisileo che invece ha chiesto la condanna penale di De Felce in quanto, come ha spiegato nella sua arringa, il comportamento del sanitario, invece, sarebbe stato connotato da una forma grave di colpa omissiva non solo per la superficialità con cui il medico visitò la bambina nelle due circostanze (gli guardò solo la gola senza auscultare il cuore ed il torace e senza misurargli la temperatura corporea ) ma soprattutto perche’ nella telefonata intercorsa tra la mamma di Chiara e il sanitario, avvenuta sempre il 2 marzo 2015, tra le 18 e le 19, il dott. De Felice, anche di fronte ad un peggioramento della situazione che gli venne rappresentata dalla mamma di Chiara avrebbe ritenuto non necessario ricoverare la bambina.
L’avvocato Crisileo ha chiesto poi al giudice di trasmettere gli atti in Procura per il reato di falsa testimonianza nei confronti della moglie di De Felice che stamane è stata sentita in aula come testimone della difesa, perché non credibile, la quale ha detto che lei assistette a quella telefonata della sera del 2 marzo 2015 tra il marito e la mamma di Chiara in cui, diversamente da quanto hanno riferito i genitori della bambina, suo marito avrebbe consigliato il ricovero ospedaliero della piccola.
Si torna in aula il 28 ottobre prossimo per la discussione dell’altro difensore dell’imputato e l’avvocato Felice Carbone, dopo che oggi ha discusso il legale Basile anche lui legale del sanitario. Secondo l’avvocato Basile, invece, il medico visitò accuratamente la piccola non incorrendo in alcun errore diagnostico dovuto ad imprudenza e superficialità. Nella prossima udienza è prevista la lettura della sentenza tanto attesa soprattutto perché il caso della piccola Chiara suscito’ molta emozione nella comunità di Macerata Campania.