MILANO – Il popolo no green pass scende in piazza in tutta Italia nel primo giorno dell’obbligo nelle aziende senza però bloccare il Paese. Pochi i disagi anche nelle città portuali dove i manifestanti hanno provato a bloccare gli accessi, senza però fermare le attività.
L’allerta però rimane alta in particolare per l’autotrasporto, settore tra i più delicati per il nostro Paese, contando che oltre l’80% delle merci viaggia su gomma. Secondo le principali associazioni, almeno il 25% di camion delle imprese italiane già da venerdì è stato costretto a fermarsi per fare largo agli stranieri cosa che avrebbe “innescato una forma di concorrenza distorta” visto che gli autotrasportatori provenienti dall’estero sono esentati dall’obbligo. La situazione dunque potrebbe peggiorare in vista di lunedì, quando tir e camion torneranno sulle strade italiane. Nel mirino la nota dei ministeri delle Infrastrutture e della Salute, nella parte in cui, fa sapere una nota di Unatras,l’ unione dell’autotrasporto, “viene evidenziato che gli autotrasportatori provenienti dall’estero saranno esentati dall’obbligo del green pass, a condizione che le operazioni di carico /scarico siano effettuate da altro personale”.
La giornata ha visto tante persone scese in strada a Genova e ad Ancona in solidarietà ai portuali di Trieste, così come nelle città non affacciate sul mare, da Firenze a Bologna, da Udine a Torino, da Bolzano a Trento.
I tanto temuti disagi nei trasporti pubblici locali non si sono materializzati così come i blocchi di strade e autostrade minacciati da autotrasportatori via social. Ad accomunare le piazze, i cori ‘Libertà, libertà’ e quelli contro il green pass; in qualche caso dalla folla si sono levate grida contro il premier Mario Draghi e molti hanno sventolato il tricolore.
L’atmosfera, tra le strade, in qualche caso è stata tesa, con toni decisamente sopra le righe. Non sono mancati i paragoni tra l’obbligo del green pass e la Shoah, come a Pesaro dove i manifestanti hanno srotolato uno striscione con la scritta “Non iniziò con le camere a gas. Iniziò con i politici che dividevano le persone in ‘noi’ e ‘loro'”. A Trento invece volantini della Fiom e della Cgil sono stati ricoperti di svastiche.
L’episodio più grave a Bologna dove, oltre ad aver definito l’obbligo della certificazione ” un fascismo 2.0″, uno dei promotori si è rivolto contro la senatrice Liliana Segre, accusata di tradire la sua storia e il suo passato per il suo appoggio al green pass.
Non sono però mancati episodi di contestazione da parte dei cittadini come a Cagliari dove da un palazzo sono state lanciare secchiate d’acqua sui manifestanti; a Milano invece i manifestanti all’Arco della Pace si sono scagliati contro alcuni partecipanti che stavano distribuendo un volantino con la scritta “la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino”.
Di Lorena Cacace